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MARATONA. Qatar amaro per il recanatese Paolo Bravi

Italia comunque quinta al mondiale di ultramaratona

Qatar avaro di soddisfazioni per il recanatese Paolo Bravi. La sua terza avventura con la maglia della nazionale italiana della 100 km si è conclusa ancor prima di giungere al traguardo. Gli acciacchi fisici che lo hanno colpito poche settimane prima dell'evento costringendolo a modificare in corsa il programma degli allenamenti, alla fine hanno condizionato e non poco la sua performance lungo le strade di Doha dove si è svolta la 27esima edizione del mondiale di ultramaratona. Scelto dallo staff tecnico come capitano della squadra azzurra il presidente e portacolori della Grottini Team non è riuscito a portare a termine la gara così come il compagno azzurro Marco Boffo. Malgrado tutto l'italia, che era chiamata a difendere il titolo conquistato due anni fa a Seregno, è riuscita a chiudere al quinto posto dietro a Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna e Svezia.

“Correre con la maglia della propria Nazione e non portare a termine un Campionato del Mondo era una cosa che non avevo mai pensato mi potesse capitare" dice l'ingegnere di Recanati -. E' successo dopo aver lottato ed aiutato finché ho potuto i compagni di squadra. Si ritorna con un 5° posto a squadre dietro Usa, Giappone, Inghilterra, Svezia ma prima di Francia, Russia, Spagna. Per correre 100km ci vogliono 3 componenti:  gambe, testa e cuore. Questa esperienza mi ha lasciato dei ricordi in ogni componente essenziale. Per fortuna fra qualche giorno i segni nelle gambe se ne vanno ma rimangono quelli nella testa e soprattutto nel  cuore. Grazie a tutti quelli che hanno fatto il tifo da casa e a allo staff al seguito".Il miglior italiano è stato Alberigo Di Cecco che si è piazzato all'ottavo posto fermando il cronometro a 6:51:14. Buone anche le prestazioni di Herman Hachmuller e Daniele Palladino che hanno chiuso rispettivamente al ventiduesimo e al ventisettesimo posto con il tempo di 7:11:28 e 7:18:28. Male il campione in carica Giorgio Calcaterra che ha chiuso addirittura al sessantottesimo posto con il tempo di 8:30:00. Tra le donne la prima italiana è Barbara Cimmarusti ( 25^). Il successo è andato agli Stati Uniti grazie all'incredibile performance di Max King, in grado di fermare il cronometro a 6:27:43."A fronte di un percorso estremamente duro, tutti gli azzurri, nessuno escluso, hanno dato il massimo possibile in modo encomiabile, dimostrando, semmaice ne fosse stato ancora bisogno, che i valori dell'ultramaratona fanno grande lo sport italiano - ha commentato il presidente Iuta Gregorio Zucchinali -. E' stata una trasferta molto difficile, ma la coesione del gruppo ha fatto si che, nonostante non siamo sul podio, il risultato maschile ci pone ai primi posti nel mondo prima di nazioni storicamente importanti e tra le donne, nonostante la sfortuna di due infortuni, abbiamo la conferma dei valori e del cuore messo in questa competizione.

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  Scritto da La Redazione il 25/11/2014
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