Porto d'Ascoli, Ciotti: "La Federazione ignora i progetti educativi"
Lo storico dirigente interviene dopo i fatti di Gallo di Petriano
Il Porto d'Ascoli torna sull'aggressione alla mamma di Biancucci al termine della partita in casa dell'Atletico Gallo Colbordolo. Lo fa Leo Ciotti, dirigente biancoceleste, che da sette anni si batte per l’educazione dei ragazzi rivieraschi. Sua è stata l’iniziativa del Terzo Tempo, una merenda tra le due squadre a fine gara, il cui messaggio è semplice: l’agonismo in campo non cambia i rapporti che le persone devono mantenere fuori. Comportamenti come quelli visti domenica in tribuna, però, sono scoraggianti: "L’ambiente-calcio mi delude sempre più – ha detto Ciotti al Resto del Carlino – e credo di essere al capolinea nella mia esperienza in questo mondo. Non c’entra il Gallo, il cui diesse Rigoletti mi ha anche chiamato per le scuse. Il problema è che in sette anni, il nostro tentativo di educare al rispetto è caduto nel vuoto. Nemmeno la Federazione, con cui ho parlato, ha recepito il messaggio: creare un punteggio per chi porta avanti progetti educativi e disciplinari utili per ripescaggi o playoff. Invece nulla".