BELLINI: "ASCOLI IN SERIE A ENTRO 3-5 ANNI"
Ha preso l’Ascoli dalle ceneri del fallimento nel febbraio 2014 e l’ha già riportato nel calcio che conta. Complice anche il marciume del calcio nostrano (Teramo retrocesso in Lega Pro per aver ‘combinato’ la partita col Savona), lo scienziato-imprenditore ha bruciato le tappe alimentando i sogni di gloria dei tanti Ascolani sparsi nel mondo. Tanto che oggi sta allestendo una super squadra per dare un senso compiuto a quello che lui stesso ha sempre definito un “gesto d’amore”: portare l’Ascoli in Serie A. “Sono soddisfatto – ha detto il patron Francesco Bellini (foto) al 'Cittadino Canadese', settimanale di Montreal –: questa promozione ci appartiene. Non abbiamo rubato nulla: se secondo la giustizia sportiva qualcuno non ha fatto le cose come doveva, è normale che sia l’Ascoli a salire in B”.
Il suo DG, Gianni Lovato, ha parlato di promozione dell’onestà. “È quello che cerco di inculcare nella testa di un gruppo che ogni anno, prima del mio arrivo, si faceva tartassare da punti di penalizzazione: -1, -2, -3: o perché non venivano effettuati i pagamenti dovuti, o perché qualche giocatore faceva cose che non doveva fare. Sono convinto che oggi non esista una società come l’Ascoli: sono rare le società che si comportano come noi nel calcio”. Ed ecco la novità: “Quest’anno sto facendo firmare a tutti i giocatori una clausola particolare: se commetteranno qualcosa di anormale (come scommettere sulle partite, a prescindere dal fatto che ci sia o meno l’Ascoli), la rescissione del contratto sarà automatica. Non è soltanto una forma di cautela: il calcio scommesse, in Italia, è una vera e propria malattia”.
Presidente Bellini, Lei è sempre più un esempio di successo e onestà. “Quello che posso garantire è che noi facciamo le cose guardando al lungo periodo, puntando ad una società solida dal punto di vista finanziario e che sappia gestire le sue risorse ed i suoi giocatori”.
In un anno e mezzo l’Ascoli è già tornato nel calcio che conta. “A dire il vero non credevo di farcela così in fretta, visto che avevamo un piano triennale, però queste cose succedono. Siamo capitati in una buona annata e non dimentichiamoci che l’Ascoli è stato prima per tre quarti del campionato, salvo poi perdere terreno per una serie di infortuni che hanno demoralizzato i giocatori”.
Ora in B può impegnarsi in prima persona per cambiare il calcio? “No, non posso. Gestirò l’Ascoli come si deve gestire. Per fare queste cose occorre tempo e io tutto questo tempo non ce l’ho. Ci sono persone che dovrebbero occuparsene, perché non intervenire con durezza su queste questioni è uno sbaglio”.
Ascoli scatenato sul mercato: Petagna, Antonini e forse Cacia e Floccari: vuole fare uno squadrone? “Ho sempre detto che cercheremo di fare una squadra competitiva: se poi questi ragazzi ci metteranno la mente, il coraggio e l’onestà di lavorare forte, allora chissà dove andremo…”.
Gli Ascolani, intanto, sognano: in Serie A in un paio d’anni? “Credo che sia più un progetto da 3-5 anni, per quest’anno vedo il Cagliari favorito e mi accontenterei di vedere l’Ascoli a metà classifica”.
A meno che non s’incappi in un’altra buona annata...