La Maceratese radiata dalla Federazione. Due strade per ripartire...
MACERATA. La Maceratese è stata ufficialmente radiata dalla Federazione. La società non esiste più, dopo la mancata iscrizione a un qualsiasi campionato. Questo è uno smacco per la città e un problema per il fallimento, visto che ora non c’è neppure più il titolo da vendere. E anche la restituzione del campo di Collevario potrebbe non essere così facile come sembrava. Il curatore Alessandro Benigni, nominato dal giudice Tiziana Tinessa dopo la dichiarazione di fallimento, sta raccogliendo tutto il materiale sulla società, documenti e beni. Operazione complicata, tra le diverse gestioni e sedi. Finora non è stato trovato nulla di utile da vendere per saldare i creditori: il Comune che ha decreti ingiuntivi per 68mila euro (i canoni non pagati per lo stadio Helvia Recina nel 2014 e 2015), l’Apm che rivendica circa 30mila euro di bollette dell’acqua, e la Sasp. Anche il titolo sportivo, che avrebbe potuto attirare qualche acquirente, ora non interessa più.
Quale futuro per il calcio cittadino? All'orizzonte ci sarebbero due strade da poter percorrere: la prima consiste nella possibilità di una società del territorio provinciale attualmente in Serie D "trasferirsi" a Macerata e utilizzare l’Helvia Recina nella prossima stagione (l'ex ad biancorosso Nacciarriti, contattato da EmmeTv, ha confermato l’intenzione dei due imprenditori da lui rappresentati per portare la propria attività in città); la seconda consiste nel tentativo in corso da parte degli amici della Rata di acquistare nome, colori sociali, trofei e quant’altro della Maceratese dalla curatela fallimentare e provare a fare sinergia con qualche altra società sportiva della città o provare a ripartire da zero.