"Il mio calcio": parla Gabriele Buccioni del Casette Verdini
Lo storico dirigente ci illustra il suo modo di vivere la passione per lo sport più bello del mondo
CASETTE VERDINI. La storia del Casette Verdini e del suo vice presidente Gabriele Buccioni (foto) forse più tifoso che dirigente, non è facile raccontarla. Un po’ di storia. Casette Verdini nasce nel 1969, il fondatore un grande del calcio, Mario Ciurlanti, scomparso qualche mese fa, un pioniere del calcio dilettantistico. Storico vice presidente, Gabriele Buccioni, ora numero due del club guidato dal presidentissimo Paolo Pasquali. Vent’anni di vice presidenza che fa del calcio non solo una passione ma un amore vero. Chi frequenta i campi minori, non può non averlo incontrato almeno una volta. Quando in campo va il Casette Verdini, Buccioni non manca mai di far sentire la sua voce tanto è vero, dicono gli sportivi, che se uno non lo vede può riconoscerlo dalla voce. Segue la partita vicino alla rete di protezione, mai in tribuna, dalla parte dove attacca la sua squadra. Passionale come pochi, negli ultimi vent’anni non ha mai mancato l’appuntamento con la partita di campionato. Quando il calcio si ferma per la sosta estiva, c’è il bar dove Gabriele si ritrova per parlare di calcio con gli amici, anche più giovani, ricordando le gesta di qualche giocatore, ma il suo primo pensiero è sempre Casette Verdini.
Buccioni, per lei che cos’è il calcio?
“Una passione per uno sport che ritengo il più bello del mondo. Da quando seguo le vicende del Morresi prima e Casette Verdini dopo, la passione è diventata amore”.
Lei si sente personaggio di questo mondo calcio?
“Mi sento un vero amante di uno sport che seguo con amore viscerale, senza mai sconfinare nel ruolo di antisportivo. Non è mio costume insultare l’avversario affinchè ne tragga vantaggio la mia squadra, ma vorrei che il mio Casette Verdini con i miei stimoli vincesse sempre”.
Il suo amore viscerale per il Casette Verdini non lo porta ad insultare, parola grossa, qualche arbitro che valuta contro la sua squadra?
“Assolutamente no. Gli arbitri sono, per il mio modo di vedere, dei bravi ragazzi che alle volte possono anche sbagliare, ma da parte mia, mai insulti e se dovesse succedere gradirei che qualcuno mi facesse notare che sto sbagliando, perché in certi momenti della partita Buccioni viene travolto dalle emozioni più incedibili”.
Gioie e dolori di quarantacinque stagioni vissute al fianco del Casette Verdini?
“Emozioni fortissime, tantissime, anche se quella che ancora oggi mi fa battere il cuore è lo spareggio playoff Promozione nella stagione '11/'12, al Monaldi di Portorecanati, con oltre 300 spettatori sugli spalti. Ho consumato un paio di scarpe per correre da una parte all’altra del campo di calcio”.
La partita per Buccioni è l’occasione per scaricare i veleni accumulati nel corso della settimana?
“Mai scambiata la partita con l’occasione per scaricare tensioni o quant’altro. La partita, per me, l’occasione per dimostrare quanto io ami il calcio e vi ringrazio perchè mi date questa opportunità di parlarne”.
Tra non molto Casette Verdini tornerà ad allenarsi per preparare la stagione che bussa alle porte: soddisfatto del lavoro della società?
“Certamente. Abbiamo un grande presidente, Paolo Pasquali ed un gruppo di dirigenti che difficilmente sbagliano nel programmare. E’ stata, in pratica, confermata la squadra della passata stagione, meno Baiocco che ci ha lasciato, mentre sono arrivati Capenti e Filippo Canesin per completare la rosa che ritengo molto interessante”.