Labriola, il "muro" del Montegiorgio con la Vis Pesaro nel cuore
Campano di nascita, marchigiano d'adozione, è ripartito dall'Eccellenza dopo 332 gare e 16 reti tra professionismo e D
MONTEGIORGIO. Ben 322 presenze e 16 gol: questo il tabellino tra professionismo e Serie D del difensore classe ‘83 Claudio Labriola (foto). Quest'estate la scelta di scendere di categoria e sposare il progetto del Montegiorgio che lo ha fortemente voluto per blindare la difesa e puntare a qualcosa di importante. Nella nostra regione ha vestito le maglie di Ancona, Castelfidardo, Fermana e Vis Pesaro: proprio alla Vis ha lasciato un pezzo di cuore dopo due stagioni da protagonista indossando lo scorso anno anche la fascia da capitano. In estate le loro strade si sono però divise come succede anche nelle migliori storie d'amore ed è così che il difensore, orgini campane ma marchigiano d’adozione, ha deciso di cedere alla corte dei rossoblù ritrovando in panchina Gianluca Fenucci che lo guidò ai tempi della Fermana.
Labriola, dopo tanti anni tra serie C e serie D quest'anno hai scelto di ripartire dall'Eccellenza marchigiana. Spiegaci questa scelta.
“Quest'estate ho ricevuto alcune offerte anche allettanti da squadre di D fuori regione che per motivi familiari ho dovuto rifiutare. Anche qui in regione ho avuto dei contatti ma il desiderio era quello di restare a Pesaro. Quando ho capito che non si sarebbe fatto nulla sono andato semplicemente da chi più mi ha voluto: Montegiorgio è una realtà fatta di persone serie ed ambiziose a cui oggi io dedico tutto me stesso. Cercheremo di portarla più in alto possibile”.
Come hai vissuto questo primo periodo in questa nuova realtà? C'è un compagno che ti ha impressionato particolarmente?
“Mister Fenucci lo conoscevo già dai tempi della Fermana. Oltre che alla dirigenza è anche grazie ad una sua telefonata che ho accettato di buon grado quest'avventura. L'ho ritrovato con entusiasmo e pieno di voglia di far bene. Come gruppo abbiamo ottime individualità anche di categoria superiore e alcuni giovani molto bravi. Fare un nome in particolare sarebbe ingiusto nei confronti di altri perché a mio avviso disponiamo di tanti giovani di livello oltre ad over che già si conoscono. Il campionato sarà tosto perchè le squadre sono attrezzate ma penso che potremo toglierci delle belle soddisfazioni'.'
Passiamo al capitolo Pesaro. Nelle due stagioni in cui hai indossato la maglia biancorossa hai conquistato tutti a suon di prestazioni e gol pesanti, diventando una vera e propria autorità. Comne hai vissuto questo distacco?
“Pesaro è stata un'esperienza bellissima sia a livello personale ma soprattutto per quello che si era creato con l'ambiente e il gruppo di lavoro, staff compreso. Raramente si vive il calcio condividendo con tutte queste componenti qualcosa di bello quotidianamente. Anche nel calcio purtroppo le cose belle cambiano e oggi da ex capitano faccio il tifo perché questa per la Vis deve essere una stagione positiva. Il potenziale c'è. Personalmente è normale che ho vissuto con un po' di rammarico la mia non riconferma dopo queste due stagioni ma non mi piango addosso, sono abituato a guardare sempre avanti. Resta nei miei ricordi però il grande affetto e la stima di compagni, tecnici e tifosi che ho cercato di ricambiare sempre onorando la maglia pesante che indossavo ogni domenica”.
Tra le tante esperienze che hai avuto in giro per l'Italia qual è quella che ti lascia più l'amaro in bocca?
''Il più grosso rammarico è un playoff perso nell'allora C2 con la maglia della Pro Vercelli. Eravamo un gruppo coeso ma non è bastato purtroppo. Se dovessi tornare più indietro nel tempo quello più grosso è aver fatto oltre 30 panchine in B con la Sampdoria nelle stagioni 2001-2002 e 2002-2003, partecipando anche ad alcuni tornei con la Nazionale Under 19, non riuscendo mai però a godermi la gioia dell'esordio né in B né con la maglia della Nazionale. Se guardo indietro però il bilancio della mia carriera fino a questo momento non può che essere positivo".