Bob Avanzolini e Fermo, un amore infinito: "Questa è casa mia"
Tanti aneddotti e un cordone ombelicale mai spezzato: "Seguo la Fermana sempre, merita la C"
Vai alla galleriaFERMO. All’anagrafe è Roberto Avanzolini ma a Fermo è semplicemente Bob (per alcuni anche Maravanzolini), il piede sinistro che chiese la palla a Dio. Insomma Avanzolini nella storia della Fermana è il numero 10 per eccellenza, talento allo stato puro e cuore a strisce gialloblù. Ieri, come spesso nel corso degli anni, è tornato a Fermo che considera da sempre casa sua: qui ha tanti amici e torna sempre molto volentieri. Già ospite della cena di Natale dell’associazione, protagonista lo scorso giugno della festa canarina in piazza e sul campo a deliziare con il suo sinistro. Ora vive a San Giovanni in Maregnano dove gestisce una rosticceria (e nel tempo libero si diverte a footgolf) ma ieri era ancora a Fermo, pranzo solidale in Piazza con gli amici e tifosi di sempre poi allo stadio a seguire la sua Fermana. Negli occhi di tutti le sue prodezze balistiche ma una in particolare: nel 4-0 contro il Castelfidardo segnò due reti direttamente da calcio d’angolo, roba per palati fini, da far impazzire la piazza canarina dove ha regalato meraviglie per sei stagioni: prima dall’1985 al 1990 e poi dal 1992 al 1994.
Bob Avanzolini, in sei anni hai giocato al fianco di giocatori molto forti. Quali ricordi maggiormente?
“Beh, è assolutamente impossibile dirli tutti. I primi che vengono in mente sono quelli di Colantuono, Meluso, Capone, Bonaldi, Mecozzi ma ce ne sono tantissimi”.
Con i colori gialloblù mantieni un rapporto speciale da sempre.
“C’era un feeling particolare con tutta la tifoseria, sempre molto attaccata ma che devi sapere prendere. Se non la sai prendere diventa dura giocare a Fermo ma se raggiungi un rapporto di fiducia vero in poche altre piazze ti senti a casa come qui a Fermo”.
E attualmente cosa pensi?
“La seguo a distanza ma quando posso scendo per vederla di persona. La D secondo me è ancora troppo poco per una piazza come Fermo che merita almeno la C: io questa città ce l’ho nel cuore, è casa mia”.
I ricordi più belli che ti legano a Fermo?
“Negli occhi di tutti i due gol con il Castelfidardo da calcio d’angolo senza dubbio ma ci sono altri due momenti. In Fermana-Folgino segnai su punizione il 2-2 al minuto ’93 e lo stadio esplose, fu una giornata particolare con tanta tensione sugli spalti e a fine gara. Poi l’ultima gara della stagione 1988-1989 a Monte San Giusto quando conquistammo il salto di categoria: uno spettacolo con 1.200 fermani presenti”.
Se arrivasse una chiamata per insegnare calcio ai bambini della Fermana come risponderesti?
“Tornare a Fermo sarebbe bellissimo, un onore poi sarebbe lavorare con la società estremamente seria. Non so però se sarà mai possibile”.
Nella foto Avanzolin insieme ai tifosi della Fermana dietro la Curva Duomo prima della gara con il San Marino
Galleria fotografica