Cossinea: orgoglio ed entusiasmo ma con i piedi per terra
L'analisi sul magic moment della società del presidente Silvestri
COSSIGNANO. A quattro giorni dalla vittoria della Cossinea nel “derby” con l’Atletico Porchia, tutto l'ambiente sportivo della piccola cittadina picena non nasconde l'entusiasmo per i risultati inanellati nell'ultimo periodo (12 punti in 4 giornate), che hanno proiettato la squadra in una confortevole posizione di classifica. Particolarmente orgoglioso del proprio lavoro mister Francesco Di Bari (foto) che al suo primo anno in panchina, dopo una carriera di assoluto rispetto come calciatore, è riuscito nell'intento di far capire ai suoi ragazzi la necessità di mettre cuore e testa in ogni gara, sin dai primi minuti. Una parte notevole nell'accelerazione della squadra è sicuramente legata ai recenti arrivi di giocatori provenienti dall’ Offida del presidente Giovanni Stracci, con il quale si è instaurata una proficua collaborazione. I nuovi arrivati hanno portato la ventata di esperienza che prima mancava: “Ora – racconta Di Bari - è possibile schierare un 4-4-2 offensivo, lasciando che gli attaccanti facciano il proprio mestiere. Nonostante l’orgoglio e l'euforia del momento, è necessario rimanere concentrati sulla partita successiva. Sabato ci attende il Borgo Rosselli, sarà uno scontro diretto su un campo difficile e dobbiamo continuare con questo spirito se vogliamo portare a casa i tre punti”.
Della stessa opinione sono il presidente Quintilio Silvestri e lo storico dirigente Pacifico Barbizzi, le colonne portanti della società, che esprimono grossa soddisfazione per i risultati ed il livello tecnico della squadra, ma ricordano che il campionato è ancora lungo e tutto da giocare. I giocatori stanno dimostarndo tutta la loro disponibilità, seguendo pedissequamente gli allenamenti (anche con la neve!) e la squadra sta salendo proprio a livello tecnico, giorno dopo giorno. Nel frattempo gli spalti si sono riempiti, il tifo è tornato a farsi sentire e sono sempre di più i ragazzi che seguono la squadra, facendo proseliti anche fuori comune. Giocatori, Società e Comunità, forse è questa la nuova ricetta del “Buon Calcio”?
(Alessandro Vannicola)