Martina, Federica, Alisa: a Potenza Picena il calcio si tinge di rosa
Ne parliamo con la dirigente della Scuola Calcio Serenella Carpano. Andiamo a conoscere meglio le istruttrici di Piccoli Amici, Primi Calci e Pulcini
Vai alla galleriaPOTENZA PICENA. La Scuola Calcio Elite ASD Potenza Picena si tinge di rosa. Ne parliamo con la dirigente Serenella Carpano: “La scelta di inserire figure femminili nello staff tecnico formativo della nostra Scuola Calcio - sottolinea - fa parte della politica dirigenziale della società. Si tratta di una scelta ben precisa all’interno del discorso sportivo formativo ed educazionale che da alcuni anni stiamo perseguendo. Ad oggi abbiamo tre giovanissime istruttrici che seguono i Piccoli Amici, Primi Calci e Pulcini;
Martina Giorgetti da tre anni ormai nel nostro staff proprio in questi giorni ha conseguito l’importante riconoscimento di Istruttrice FIGC UEFA C oltre ad essere in possesso già della laurea in Scienze Motorie, Federica Pasqualini proveniente dal settore giovanile della Giovanile Corridoniense e anche lei laureata in Scienze Motorie, Alisia Lovascio (la più giovane delle tre ragazze) giocatrice di calcio a 5 e molto vogliosa di fare esperienza affiancando in campo gli Istruttori sia dei Piccoli Amici che dei Pulcini 2007".
Serenella Carpano afferma che la Scuola Calcio giallorossa che in questi anni sta sposando in pieno il Piano di Formazione del Dipartimento Junior dell’Associazione Calciatori ha trovato giovamento sia dal punto di vista dei rapporti umani che di completamento tecnico. "Sono ragazze di altissima qualità dal punto di vista delle relazioni con i bambini - continua - abbiamo potuto registrare nella nostra esperienza che il bambino riesce con loro ad esprimere il proprio carattere e modo di fare in maniera differente rispetto ad una figura maschile. La figura dell’allenatore donna, che da noi lavora sempre insieme con quella maschile, va a compensare ed arricchire l’offerta formativa. L’uno compensa l’altro. La donna rappresenta il lato materno, comprensivo, riflessivo che riesce a leggere sfumature del comportamento che all’uomo potrebbero sfuggire poiché più schematico. I bambini hanno bisogno di essere educati, siamo consapevoli che fino ad una certa età non serve loro insegnare la tattica o fossilizzarsi su aspetti tecnici troppo specifici. Loro hanno bisogno di educatori, sia a scuola che nella propria società, capaci di trasmettergli i valori che lo sport, qualsiasi sport, porta dentro di sé come la lealtà, il sapersi relazionare con gli altri, i valori della sconfitta e della vittoria, il rispetto verso i propri compagni e verso gli avversari, il riuscire a gestire le proprie emozioni. Quindi, prima di tutto, l’esempio corretto va dato attraverso un corretto comportamento adottato dall’educatore. Non serve dire ad un bambino di non fare una cosa se poi sono io stesso che lo faccio. L’educatore deve essere un esempio a 360° per il bambino. Ma non sono solo gli educatori a far crescere i bambini, sono anche i bambini che migliorano gli educatori, è uno scambio reciproco".
LA PAROLA ALLE ISTRUTTRICI
“Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei” “Gli darei un pallone per farlo giocare”, questa risposta, data dalla teologa Tedesca Dorothee Solle ad una giornalista che la stava intervistando, sintetizza perfettamente quello che Federica, Martina ed Alisia raccontano quando gli viene chiesto che sensazione si prova nell’insegnare il calcio ai ragazzi. Sorridono, con gli occhi pieni di gioia, quando parlano degli allenamenti, delle tanto attese e bramate partite e degli aneddoti suoi loro bambini che si correggono, quando per sbaglio, le chiamano Maestra o addirittura Mamma invece che ‘Mister’. Sono energiche vitali e temprate, consapevoli del fatto che la loro figura all’interno del gruppo di insegnamento è molto importante, si impegnano al massimo per poter dare un ottimo contributo alla formazione sportiva dei ragazzi. Sono tutte e tre concordi sul fatto che una figura femminile nelle categorie dei più piccoli sia indispensabile. I bambini, infatti, sono circondati principalmente da donne che oltre la mamma, è la maestra a scuola o la babysitter a casa e per questo motivo, anche nello sport, hanno bisogno di una presenza che li rassicura quando per esempio si sbucciano un ginocchio, hanno il naso sanguinante o semplicemente cercano un sorriso rassicurante che solo la dolcezza di una donna può regalare. Credono fermamente nel gioco di squadra e come questo insegni ai ragazzi il rispetto, l’unione e la forza che si si crea quando si collabora. Raccontano di come nelle partite i ragazzi si trasformano, sono tutti focalizzati sullo stesso obiettivo e si uniscono partita dopo partita sempre di più, esultano tutti insieme per un gol e si rammaricano per una sconfitta, ma escono sempre dallo spogliatoio con la voglia di fare meglio. Questi ragazzi hanno passione, una passione che è trasmessa dagli allenatori, dai dirigenti, dagli accompagnatori, che arriva fino al tifo per la prima squadra, che porta alto l’onore della maglia giallorossa e che tutti sono fieri di tifare la domenica allo stadio, giocare nel Potenza Picena fin da piccolo va oltre il calcio, oltre lo sport, diventa un orgoglio.
Alisia che del calcio è appassionata, quando le viene chiesto: "Ma perché proprio il calcio?", lei risponde: “Ho provato anche con la danza, ma non ho resistito nemmeno un giorno, quando ho iniziato a giocare a calcio ho capito che quello era il mio sport, mi divertivo, ero felice e da li è nata la mia passione che tutt’oggi continuo a coltivare, cercando di apprendere al meglio le tecniche di insegnamento da chi ha più esperienza di me. Mi piacerebbe un giorno poter prendere il patentino ed allenare una squadra tutta mia".
Federica e Martina invece, ci si sono trovate un po’ per caso nel campo da calcio, la loro passione è legata allo sport in generale, hanno infatti entrambe una laurea in Scienze motorie, Sportive e della Salute, ma da un po’ di anni si stanno entusiasmando a questa disciplina ed alla dedizione che vedono nei ragazzi ogni allenamento.
Federica Pasqualini: “Il calcio è un gioco completo, per insegnarlo correttamente devono essere stimolati molti aspetti motori e tecnici. E’ un gioco dinamico, movimentato e ci sono numerose attività che si possono svolgere per arrivare agli obiettivi da raggiungere, è immediato e da subito i ragazzi riescono a capire i miglioramenti fatti, è incredibilmente emozionante vedere un ragazzo che riesce a raggiungere un piccolo traguardo, perché nei suoi occhi, mentre ti chiama per farti vedere che c’è riuscito, si concentra tutta la felicità del mondo".
Martina Giorgetti anche lei sarebbe felice un giorno di avere una sua squadra da allenare in autonomia: "Lo sto facendo perché voglio offrire ai miei ragazzi un insegnamento tecnico e motorio in questa disciplina. Sono arrivata 3 anni fa ed ero spaventatissima, paurosa di non riuscire a farcela, ora mi trovo in mezzo al campo con questi ragazzini che mi chiamano ‘’MISTER’’, grazie a loro sono cresciuta ed ho messo in pratica tutte le nozioni imparate negli anni sui libri".
Alla Scuola Calcio di Potenza Picena non resta che fare un grosso in bocca al lupo per la nuova stagione a queste straordinarie ragazze.