Veregrense, i portieri alla cura Ciocci: "Il mio ritorno alle origini"
Ex n°1 di Sangiustese e Montegranaro negli anni Ottanta e Novanta, da 4 anni lavora alla società calzaturiera
MONTEGRANARO. Insegnante, allenatore, formatore, istruttore. Tutto questo è Osvaldo Ciocci (foto), 62 anni, ex portiere di Montegranaro e Sangiustese negli anni Ottanta e Novanta, da sempre punto di riferimento per tutti i numeri 1 marchigiani per storia e competenza. Ciocci, in passato anche responsabile dei settori giovanili di Maceratese, Tolentino e Vis Macerata, da 4 anni è il preparatore dei portieri alla Veregrense. "Sono ritornato alle origini - sottolinea Ciocci, di professione professore di educazione fisica ma da un anno in pensione - qui ho finito e qui sono tornato. Conoscevo tutto il gruppo dirigente, io sono uno a cui piace lavorare sul campo, la Veregrense è una società di puro settore giovanile, c'erano tutte le condizioni per sposare il progetto".
Ciocci allena i ragazzini dagli 8 ai 16 anni, quotidianamente si relaziona con il responsabile Catello Cimmino, ruolo complicato e complesso quello del portiere... "Non dobbiamo guardare solo ai portieri che arrivano in Serie A - analizza - il nostro compito è valutare in un ragazzo i vari aspetti della crescita, dell'abnegazione, capire se c'è continuità di apprendimento... E possiamo dire di avere grosse soddisfazioni. Siamo di fronte ad un ruolo delicatissimo, nel momento in cui percepisce che arriva la palla, parliamo di una frazione di secondo, il portiere deve coniugare capacità coordinativa, tecnica e condizionale, è un percorso lungo e tortuoso che richiede impegno".
Come già emerso nel nostro viaggio nei settori giovanili, anche Ciocci si sofferma sulle difficoltà motorie dei ragazzi di oggi: "La mia generazione è cresciuta in mezzo alla strada, si faceva una ginnastica ludica quotidiana, e poi c'erano gli oratori... oggi tutto questo non c'è, anche nella scuola elementare le ore di educazione fisica sono sempre di meno, ma non è un motivo per scoraggiarsi, anzi: i settori giovanili devono lavorare meglio e di più. Un portiere deve tuffarsi, saltare, correre, afferrare la palla, ecco che la parte motoria è un aspetto fondamentale e su cui lavorare a fondo".
Per Ciocci un aiuto dovrebbe arrivare anche dalla società e dai media e invece spesso arrivano messaggi negativi: "I ragazzi sono spugne, assorbono tutto, anche le notizie negative che arrivano dai mass media: spesso si esalta un giocatore perchè litiga col compagno di squadra e non si valorizza invece un bel gesto sportivo. Tutto questo non aiuta noi istruttori nel nostro lavoro. Inoltre, si deve migliorare l'aspetto della cultura sportiva, dai dirigenti ai genitori".