Castronaro: "Al Campiglione Monturano i veri valori del calcio"
Ex professionista con oltre 400 presenze tra A e C e passato alla storia per aver rifiutato la combine di un Bologna-Juve nel 1980, da anni si dedica ai settori giovanili. Segue gli Allievi ed elogia il lavoro del responsabile Sciamanna
Vai alla galleriaCAMPIGLIONE DI FERMO. La storia è maestra di vita e gli Allievi del Campiglione Monturano possono dirsi fortunati di essere allenati da un uomo perbene come Angelo Castronaro (nella foto con i suoi ragazzi), uno che in carriera (ruolo mediano) vanta oltre 400 partite da professionista (Genoa e Bologna in Serie A) ma che ha saputo dire "no" a certi malaffari, e quel "no" urlato contro la corruzione gli ha forse minato la carriera. Castronaro, classe 1952, di Porto Sant'Elpidio, è passato alla storia insieme a Renato Sali per aver rifiutato la combine di Bologna - Juventus giocata il 13 gennaio 1980 anche se la partita madre di tutti gli scandali che aprì il filone del calcioscomesse degli Anni Ottanta fu Bologna - Avellino. Tanta Serie B e C, poi una volta chiuso col calcio giocato 'Castro' s'è messo a studiare, ha frequentato il corso di II categoria, ma ha il cruccio di non essere riuscito ad allenare più della Serie D (solo una parentesi in C2 con l'Altamura). E sapete perchè? Perchè il suo carattere non gli ha mai consentito di scendere a compromessi, di ricevere regali per far giocare questo o quel raccomandato, di snaturare l'essenza stessa del calcio. E allora s'è buttato anima e corpo nel mondo dei giovani. "E' stata una decisione presa insieme alla mia famiglia - racconta - io sono fatto così, non ho sponsor nè procuratore, ho sempre creduto nei valori dello sport e nel lavoro. Me lo diceva pure la mia povera mamma: 'sei troppo buono, non sai venderti'. Ma ripeto, io sono fatto così". Già. Deve essere una virtù e invece... Oggi in copertina vanno allenatori con una stagione di Eccellenza e lui che ha scritto una pagina del calcio italiano ne resta ai margini. Mah... Le squadre in cui ha lavorato sono Civitanovese, Marina Picena poi Porto Sant'Elpidio, Conero Dribbling, da tre anni è al Campiglione Monturano. E qui fa di tutto: raccoglie le casacche a fine allenamento, posiziona i cinesini in mezzo al campo.... "Io cerco prima di tutto di insegnare i valori autentici dello sport - sottolinea - invece noto come la tecnologia stia rovinando la poesia del calcio: appena finiamo un allenamento i ragazzini tirano subito fuori i telefonini. Ai miei tempi giocavamo per fame, oggi hanno tutto. Mi ricordo che a casa io avevo un mangiadischi e la televisione in bianco e nero, il calcio per me rappresentava il riscatto, oggi invece molti ragazzini appaiono apatici e svogliati, ma se c'è del talento in qualcuno beh si vede subito perchè sa emergere dal gruppo. Ma ne nascono sempre di meno di ragazzi talentuosi, oggi tanti settori giovanili pensano alle quote a discapito della qualità. Qui a Campiglione il responsabile Luigi Sciamanna sta facendo un lavoro enorme proiettato nel futuro, qui il calcio è divertimento e prioritaria è la crescita formativa e umana del ragazzo". Castronaro al Campiglione Monturano (come detto) segue gli Allievi, i ragazzi gli vogliono bene, ormai questa è casa sua: "E' una società ben organizzata, abbiamo due campi a disposizione più due diciamo di riserva (Sant'Andrea e San Girolamo, ndr), devo ringraziare i due presidenti Lorenzo Moretti e Agostino Liberini per la passione che mettono in questa bella realtà sportiva. Il mio lavoro è anche quello di preparare i ragazzi in ottica prima squadra". Sì, uno come 'Castro' in un settore giovanile rappresenta senza dubbio il valore aggiunto per storia, passione e competenza.
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