"Costruire un ragazzo per la vita". Petrini, dal basket agli Archetti
Allena i Giovanissimi ma ha giocato a pallacanestro fino alla Serie D degli Amatori. E come filosofia cita una massima tanto cara al presidente onorario Lino Gabellieri
Vai alla galleriaRAPAGNANO. Un bravo istruttore di calcio che arriva dal basket. E' la singolare storia di Andrea Petrini (foto), 51 anni, patentino di "Istruttore Giovani Calciatori", al terzo anno alla Scuola Calcio Archetti (105 iscritti, 7 allenatori-istruttori). Petrini, originario di Montegranaro poi trasferitosi a Rapagnano, ha giocato a pallacanestro con gli Amatori fino alla Serie D. Poi, seguendo il figlio, si avvicina al calcio, diventa uno dei genitori-dirigenti degli Archetti e infine acquisisce il patentino e inizia il suo percorso di allenatore. E come allenatore ha le idee chiare. E giuste. "Io alleno una categoria particolare, i Giovanissimi, arrivano dagli Esordienti e si preparano a diventare Allievi. E' un momento di snodo fondamentale nella crecita di un ragazzo. In questa fase puntiamo prevalentemente al divertimento dei ragazzi e alla loro costruzione mentale, ma se c'è un ragazzo talentuoso lo sappiamo valorizzare". E cita una massima tanto cara a Lino Gabellieri (presidente onorario): "Costruire un ragazzo per la vita". Ancora Petrini: "Il nostro compito è anche quello di curare le famiglie che poi questa attenzione ricade sui loro bambini - sottolinea - come società dobbiamo lavorare nello spirito di una famiglia, bisogna tornare alle radici, il calcio è prima di tutto aggregazione e a Rapagnano se ci dovessimo fermare noi come realtà associativa creeremmo un problema di natura sociale". E i complimenti per il lavoro portato avanti dagli istruttori degli Archetti arrivano dagli stessi genitori dei ragazzi. E sono i complimenti più belli che una società sportiva di pure settore giovanile possa ricevere.
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