Una dirigente del Montottone NG replica dopo il "caso" Santarelli
Dopo lo sfogo della figlia dell'allenatore esonerato le puntualizzazioni della rappresentante della società gialloblu
Da una dirigente della società Montottone New Generation, riceviamo e pubblichiamo una lettera di risposta al post su Facebook di Giulia Santarelli, relativo all'esonero del papà Simone dalla guida tecnica del Montottone NG.
"Gentilissima Signorina Giulia,
mi ha molto colpito il Suo “sfogo” dovuto all’esonero di Suo papà e mi permetto di esprimere anche il mio punto di vista, dal momento che proprio Lei ha voluto rendere pubblico il Suo, integralmente nel profilo Facebook e nella testata giornalistica di Marcheingol.it poi. Premetto, con tutta onestà, di non avere alcuna competenza calcistica e di appartenere, certamente, alla categoria di quelli che “non capiscono una mazza di calcio” ma credo Le sia sfuggito un particolare fondamentale: due sconfitte consecutive, ‘incassate’ negli incontri con le ultime squadre in classifica, che hanno compromesso al Montottone New Generation la possibilità di occupare la zona playoff!
Questo è il dato di fatto. Su questo dato ci si può interrogare: con umiltà e spirito costruttivo si possono esprimere opinioni, proporre soluzioni, compiere delle scelte… ciascuno per il ruolo che occupa. Su questo dato oggettivo si può discutere e ci si può confrontare.
Scendere sul personale, avanzando ingiurie feroci (“merde, omuncoli, ridicoli presuntuosi, burattini…”) su persone di cui conosce poco o nulla, lo trovo piuttosto meschino! Le ricordo inoltre, Signorina Giulia che la Società, non possedendo alcun “super potere” per prevedere eventi climatici eccezionali, può trovarsi costretta a dirottare qualche allenamento (forse quattro o cinque in questa stagione) in altra struttura disponibile come ad esempio il “campo in breccia” di Archetti o il Palasport comunale. Nessun “super potere” neppure per evitare gli infortuni dei calciatori; motivo per cui, a malincuore, si è dovuto disputare qualche incontro senza disporre della rosa al completo.
Riesco invece a comprendere, ma solo in parte, l’amarezza e il dispiacere che prova nei confronti di Suo padre, dettati certamente dallo speciale legame che vi lega; dico ‘in parte’, perché un sentimento di tale spessore gode naturalmente di luce propria e non ha mai bisogno di calare ombre sugli altri per poter brillare. Mai.
Perché, allora, cadere in uno sfogo traboccante di falsità, calunnie e malauguri? Perché utilizzare termini offensivi e diffamatori se l’intento era quello di esprimere vicinanza ed affetto per il proprio papà?
Le sfugge, Signorina Giulia, ancora qualcosa: oltre alle tattiche e tecniche di gioco, oltre al calcio mercato, per poter disputare un campionato occorre davvero (come dice Lei) “sputare sangue” ma, creda, questo è più giustamente attribuibile a quegli uomini e quelle donne, spesso ‘invisibili” che svolgono un servizio completamente gratuito, spesso faticoso, a volte umiliante ma sempre integro e pregievole… sono uomini e donne che si prestano incondizionatamente solo in nome dell’attaccamento alla propria maglia e di quel sentimento mero e autentico che è la passione. Non si aspettano ringraziamenti, non hanno bisogno di applausi e neppure di ‘like’: quando le cose si fanno col cuore è il cuore stesso che ti premia!
Si è lasciata andare, Giulia, ad uno stoltiloquio davvero sterile, largamente distruttivo e decisamente lontano dalla verità. Mi spiace, pertanto, doverLa contraddire ma trovo che sia proprio ‘uscita dal seminato’, trovo che abbia parlato molto, troppo ma per niente di calcio, delle dinamiche di quello sport di cui proprio Lei vanta di esserne maestra!".
Marinella Morici