L'esordio in A, la Lega Pro e ora il Monticelli: ecco Marco Iannascoli
"A Pesaro un successo pesante. Tornare tra i Pro? Chiaro che ci penso ma prima la salvezza. Mai mi era capitato di giocare sempre in trasferta"
ASCOLI PICENO. E’ stato tra i protagonisti del pieno ottenuto in casa della Vis Pesaro dal Monticelli, che viaggia a grandi passi verso la permanenza in D per il secondo anno consecutivo. Marco Iannascoli, classe 1994, è uno dei motori del centrocampo di Nico Stallone. Pescarese di nascita, con la squadra biancoceleste ha fatto tutta la trafila con tanto di esordio nella massima serie nel 2012-2013. A questo fanno seguito le esperienze con Aprilia, Ischia e L’Aquila sempre tra i professionisti. Lo scorso anno l’esperienza con la maglia del Levico in D prima dell’approdo in estate sotto le Cento Torri.
Marco, raccontaci in breve la tua carriera calcistica.
"Ho fatto in pratica tutta l’esperienza nel settore giovanile a Pescara, dove ho avuto la fortuna grazie a Cristian Bucchi di esordire in A nel 2012-2013 nella trasferta di Catania: un'esperienza che qualunque ragazzo sogna quando mette gli scarpini da calcio ai piedi. Poi ho iniziato a girare in serie C, prima Aprilia, poi Ischia e l’anno successivo, cioè la scorsa stagione, a metà tra l’Aquila e la D a Levico".
Innanzitutto come ti trovi in una squadra “di quartiere” come Monticelli e come sei arrivato qui?
"Mi trovo benissimo e sinceramente appena arrivato in estate non pensavo di fare un campionato simile. Abbiamo un carattere incredibile e lo abbiamo dimostrato a Fermo e ad Agnone, ma anche domenica a Pesaro. Come sono arrivato? Dopo la stagione scorsa in estate non ci sono state grandissime richieste e il Monticelli mi ha chiamato per una prova di un paio di giorni al termine dei quali il mister mio ha chiesto di rimanere. Conoscevo già Terrenzio e Donatangelo e l’inserimento è stato piuttosto semplice".
Obiettivo della salvezza a portata di mano anche dopo il blitz di Pesaro?
"Da un po’ di tempo lo dicevamo in gruppo: se riusciamo a vincere a Pesaro, siamo vicinissimi al traguardo. Una vittoria fondamentale per noi ma non bisogna mai mollare, considerando anche la particolarità che giochiamo praticamente sempre in trasferta, solo due volte al Del Duca quest’anno. Un qualcosa di incredibile se ci pensi bene, mai mi era successo da quando gioco a calcio".
Nel corso della tua carriera si è evoluto anche il tuo ruolo in campo, giusto?
"Diciamo che nasco come mezz’ala e ho fatto sempre quel ruolo, a destra o sinistra. Il mister cercava più una persona davanti alla difesa, un ruolo che avevo fatto pochissimo, ma mi sono adattato subito e non mi è pesato affatto. Poi abbiamo spesso cambiato ruolo, giocando a due in mezzo e anche a tre, tornando anche a fare la mezz’ala".
Obiettivi futuri: pensi che in D possa essere il tuo habitat oppure sogni un ritorno a breve tra i professionisti?
"Ovviamente la speranza è di tornare tra i professionisti, però se non ci dovesse essere nell’immediato vedremo cosa fare. Ancora non ci voglio pensare più di tanto, perché è chiaro che bisogna prima di tutto chiudere questa stagione centrando l’obiettivo della salvezza con il Monticelli: poi è chiaro che la speranza di tornare tra i pro c’è sempre".