Portorecanati, il Perruolo-pensiero: "Meritocrazia e divertimento"
Il responsabile tecnico illustra la filosofia dell'attività di base
PORTO RECANATI. Il fiorente settore giovanile del Portorecanati (oltre 220 iscritti) ha in Tonino Perruolo (foto) un punto di riferimento per quanto riguarda l'attività di base. Da quest'anno infatti ne è responsabile tecnico, oltre ad allenare la formazione Esordienti 1° anno (2005). Perruolo è al Portorecanati da 6 anni, in passato ha sempre allenato squadre di attività di base, dai Piccoli Amici in su. Da ragazzo ha indossato la maglia arancione giocando con squadre del settore giovanile, poi in prima squadra con compagini della zona, ha praticato calcio agonistico nei dilettanti fino ai quaranta anni. Una volta smesso, ha iniziato l'attività di allenatore di base al Villa Musone (tre anni) e poi, dopo aver svolto dei corsi Figc conseguendo il patentino Uefa C, eccolo al Portorecanati, società-mito del territorio che in passato ha sfornato fior di campioni (Di Giacomo, Palanca, Piangerelli, Possanzini...). L'attività di base, con 2 formazioni Esordienti, 2 Pulcini, Primi Calci 2008-2009 e Piccoli Amici 2010, è un fiore all'occhiello di tutto il vivaio. "Il mio è un lavoro di equipe - racconta - concertato con il responsabile Domenico Giri. Svolgiamo delle riunioni tecniche periodiche e ci confrontiamo col lavoro sul campo, con tutti gli istruttori c'è una condivisione di problematiche, di pareri e insieme cerchiamo le soluzioni. Ad inizio anno facciamo una riunione preliminare con lo staff tecnico per definire una determinata programmazione dettando le linee guida ma poi lasciamo libertà di agire ai singoli istruttori".
L'operato di Perruolo vuole distinguersi da quello della 'concorrenza' per la qualità della formazione. "In giro sui campi vedo spesso delle situazioni che non fanno il bene dei ragazzini - sottolinea - la nostra filosofia è di premiarli tutti a prescindere dalla bravura di ognuno, per noi è importante il concetto di meritocrazia nel senso che più allenamenti fai più ti premio, in questa fase dobbiamo solo far innamorare i bambini del calcio, siamo educatori ed istruttori, e quando si va in campo per la partita deve essere una giornata di festa".
Il problema dei ragazzini di oggi è l'autostima: ne hanno poca. "Si passa troppo facilmente dall'euforia per una vittoria allo scoraggiamento per una sconfitta - ammette Perruolo - in questo siamo chiamati a lavorare anche sull'aspetto psicologico, dobbiamo incoraggiarli di fronte ad un insuccesso e far capire che gli allenamenti sono importanti perchè servono a migliorarsi. E durante la settimana notiamo una percentuale di presenze sempre molto alta". Segno che è forte l'attaccamento alla mitica maglia arancione!