Vadese, storia di un declino: dalla "quasi" C2 alla Seconda categoria
L'analisi della 'bandiera' Gianni Antonini
SANT'ANGELO IN VADO. La Vadese è retrocessa in Seconda categoria (VEDI CLASSIFICA 1^ CATEGORIA A). Eppure nella stagione 1980/'81 la gloriosa società di Sant'Angelo in Vado conquistò addirittura la Serie D dove rimase per 12 anni (record italiano diviso con il Penne), per poi retrocedere in Eccellenza nella stagione 1992/93 dove i giallorossi rimasero per altre 7 stagioni. Insomma, per una cittadina che conta appena 4.000 abitanti un vero record e infatti per anni e anni si parlò di "miracolo Vadese" anche a livello nazionale. Gianni Antonini (foto), per tanti anni giocatore e poi allenatore dei giallorossi che sotto la sua guida nella stagione 1987/88 sfiorarono addirittura la C2, è chiaramente uno dei primi ad essere dispiaciuto dell’attuale situazione. "E’ inutile dire - sottolinea Antonini in un'intervista a Il Resto del Carlino - che c’è amarezza e delusione, ma drammatizzare più di tanto serve a poco. Bisogna prendere atto della realtà e passata «la buriana» provare a guardare al futuro».
Ma come è potuto accadere tutto ciò? "Non è facile rispondere e forse sono la persona meno indicata essendo fuori dall’ambiente da diverso tempo. Quando le cose vanno male le cause sono molteplici e inizierei dal grave incidente che ha messo fuori gioco il nostro giocatore di maggior talento e mi riferisco a Rossetti".
Può bastare questo? "Certamente no ma non mi sembra giusto fare processi. Più in generale aggiungerei che nel corso degli anni per un motivo (scomparsa del compianto Presidente Giovanni Lombardo), o per l’altro la Vadese ha perso dirigenti importanti e adesso intorno al Presidente Lucio Cottini (quasi sempre fuori sede per impegni universitari), c’è rimasta poca gente che comunque va ringraziata per l’impegno profuso in tutti questi anni".
Proviamo a guardare indietro. "Lo faccio ben volentieri ma bisogna capire che quelle sono state stagioni straordinarie ed irripetibili di cui dobbiamo andare orgogliosi ma, come ho già detto, irripetibili. Avevamo una forte società alle spalle guidata da un binomio indissolubile per più di 20 anni (Romano Gregorini e Lucio Sartini), un settore giovanile invidiato da tutti che ha portato in prima squadra elementi che hanno poi fatto grande la Vadese (senza voler far torto a nessuno cito solo quelli che poi arrivarono nei Prof. Guerra I e Guerra II, Sacchi, Baggiarini, Pazzaglia, Badalotti). I migliori giovani dei paesi vicini finivamo da noi. Tanto per fare qualche nome ricordo Giovagnoli, Pazzaglia, Sbrega, Ottavi, Galletti, Tombari (e chiedo scusa a tutti gli altri), che poi approdarono tutti nei professionisti. Avevamo una zona industriale, che era il nostro fiore all’occhiello, che dava lavoro a tutti, amici che trovavano sponsor importanti, tutto un paese che seguiva la squadra (ricordo anche che il volley femminile sfiorò la Serie B). Avete capito di cosa vi sto parlando? Ecco, tutto questo non ce lo toglie nessuno e ne dobbiamo andare fieri, ma ormai fa parte del passato".
Invece guardando avanti? "Bisogna sedersi ad un tavolo cercando di programmare il futuro con calma e idee chiare, superando quelle incomprensioni che certamente ci sono state in questi anni. In questo anche i nostri calorosi tifosi, mettendo per un attimo da parte la rabbia, possono dare un valido e importante contributo".
Magari con Antonini in un ruolo importante. "Ogni frutto ha la sua stagione e la mia è passata da diverso tempo. Non servono «monumenti» ma persone serie, appassionate e disponibili e vi garantisco che nel nostro paese, fortunatamente, ancora ce ne sono".