Omar Manuelli e la 'remuntada' Pergolese: "Decisivi gli under"
Il tecnico fanese racconta la sua annata con una salvezza arrivata grazie a 15 punti nelle ultime 5 gare
PERGOLA. Una salvezza che ad un certo punto della stagione sembrava una chimera e che invece è arrivata proprio sul filo di lana, senza passare dai playout, grazie ad un rush finale impressionante. Una Pergolese che non ha mai mollato quella di Omar Manuelli, tecnico fanese di lungo corso con una grande esperienza nel settore giovanile: “Sono alla ventiduesima stagione da allenatore – sottolinea – tra giovanili e prima squadra. Diciamo che ho iniziato molto presto”. Qualcuno ha definito la salvezza della squadra rossoblù un piccolo miracolo, altri hanno anche parlato di alcuni “voti” fatti nello spogliatoio ma Manuelli preferisce un’altra definizione: “Miracolo? Superstizione? Nessuno dei due. Credo solo nel lavoro, allenarsi bene e prepararsi al meglio. Se ci basiamo su fortuna e sfortuna, cosa ci alleniamo a fare? Se un tecnico è troppo superstizioso diventa un segno di debolezza: bisogna credere nel proprio lavoro, aggiornarsi e studiare sempre”.
LE TAPPE DELLA SALVEZZA. Un cammino in salita quello della Pergolese che chiuse l’andata a quota 10 punti e risalire non sembrava affatto impresa agevole: “Al mio arrivo abbiamo fatto benino con quattro punti nelle prime due gare, battendo in casa anche il Fabriano Cerreto. Poi sono arrivati quattro match in cui non ci ha detto bene, con diversi episodi negativi che ci hanno punito. Il finale poi è stato super con 15 punti nelle ultime 5 giornate. Il punto più basso del nostro cammino nel 2-0 casalingo con il Montegiorgio, lì sembrava quasi tutto perso. Abbiamo fallito 4 rigori, uno proprio in quella gara, che potevano portarci punti pesanti”.
IL FILOTTO. Da li però la squadra ha saputo ricompattarsi e non mollare la presa, centrando quel rush finale incredibile: “Abbiamo vinto a Marina di misura una gara difficilissima e da lì è scattata una molla in tutto il gruppo, tutti i ragazzi. Ad un certo punto la società ha deciso di allontanare anche Giansante, uno di quelli con maggiore esperienza, forse qualcuno ci credeva anche poco nella salvezza. E’ venuta quella volata super con la firma pesante dei giovani. Contro la Folgore la gara è stata sbloccata dal ’98 Gallotti, a Marina ci ha pensato il ’97 Copa, contro la Biagio Lasku (altro ’98), ancora Copa poi decisivo a Grottammare. Un bel segnale da questi ragazzi”.
IL LAVORO SULLA TESTA. “Al mio arrivo ho trovato una squadra un po' giù nel morale, penultima in classifica. Alcuni li conoscevo e sapevo che potevano rendere di più: Cinotti va sempre in doppia cifra e aveva fatto solo 4 gol. Vitali anche se ha 35 anni, in questa categoria con il piede e quell’intelligenza, può giocare per tanti anni ancora, è di un'altra categoria”. Sottolinea poi l’episodio del rigore nella gara in casa della capolista: “Avevamo un calcio di rigore a favore e avevo deciso di cambiare rigorista, ma dopo un colloquio tra gli over tirò ancora Cinotti e sbagliò. Non mi arrabbiai per l’erorre in sè ma perché era stata contraddetta una decisione presa dal tecnico. In settimana ci fu poi un confronto serrato e a viso aperto: fu lo shock decisivo, la scossa che ci ha portato ad ottenere qui successi”.
LA SOCIETA’. “Con me si sono comportati benissimo, la società ‘purtroppo’ è solo il presidente Chiarucci, c’è poca gente che si avvicina a dargli una mano. E’ chiamato a fare tutto e ogni anno deve far ripartire una macchina imponente come l’Eccellenza. Anche a livello organizzativo servirebbero nuovi collaboratori, gente disposta a dare un appoggio, una ristrutturazione dei ruoli. Se qualcuno avesse voglia di dare una mano, a livello organizzativo soprattutto, qui c’è tradizione ma anche strutture per fare bene. Il presidente? Vulcanico e passionale, ci tiene moltissimo alla sua squadra. Per questo andrebbe sostenuto”.
IL PASSATO NELLE GIOVANILI. “Vengo dal mondo delle giovanili e ho visto crescere tanti ragazzi che poi ti riconoscono. Domenica ero a Roma per un raduno della nazionale under 18 e mi viene incontro un ragazzo che mi saluta e mi ringrazia. Ho stentato a riconoscerlo: era un ’99 Alessandro Di Pardo che avevo allenato a Rimini che ha firmato ora un biennale con la Spal. Mi ha fatto un gran piacere. Altra esperienza fantastica a Fano con la Juniores Nazionale, raggiungemmo i quarti di finale nazionale, perdendo solo con il Padova poi campione d’Italia. Ho avuto spesso la fortuna di collaborare con collaboratori di livello come preparatore atletico Francesco Renzoni, sempre molto preparato”.
GLI ANNI DEL REAL METAURO. Stagioni importanti anche con il Real Metauro: “Anni bellissimi, un’Eccellenza di livello incredibile con grandi società. A quattro giornate dalla fine eravamo incredibilmente secondi. Il ricordo? Negativo purtroppo (sorride, ndr). Il 5-4 subito al 'Recchioni' di Fermo: a 26 minuti dalla fine eravamo avanti 4-0, perdemmo incredibilmente contro la squadra di Cornacchini. Ancora oggi ci penso e non capisco come abbiamo fatto”.
IL FUTURO. Uno sguardo avanti sembra ancora presto per darlo: “Per ora mi voglio solo riposare, qualche piccolo contatto c’è stato ma per ora un po’ di relax serve. Aspetto un po', ho bisogno di rilassarmi e stare tranquillo, senza grande stress: l’annata è stata veramente di quelle intense”.