Ciarlantini, non chiamatelo pensionato: "Aurora Treia, la mia sfida"
Il tecnico si è congedato dall'Arma dei Carabinieri, ora sarà una vita a tutto calcio (ma non solo): la Promozione B la vede così
"E' giunto il momento, saluto l'Arma dei Carabinieri e l'attività lavorativa. Un abbraccio a tutti coloro che hanno collaborato con me". E giù una valanga di saluti e commenti. Con un post su Facebook Giovanni Ciarlantini (foto) ha annunciato "urbi ed orbi" che d'ora in avanti farà il pensionato. Ma non aspettatevi di vederlo lanciare i semini ai piccioni ai giardinetti pubblici, per Ciarlantini, 57 anni, inizia ora il secondo tempo di una vita vissuta tra divisa e pallone: calcio sì, ma anche trekking, corsa e bicicletta. Intanto sta "pedalando" alla guida dell'Aurora Treia che ha steccato la prima di campionato (ko a Montalto) ma che in questa stagione 2017-'18 di Promozione B vuole ben figurare.
"E' sempre difficile dare un giudizio ad inizio campionato - confida Ciarlantini - vedo tante squadre quotate e rinforzate, poi la differenza per l'alta classifica la fanno i progetti tecnici, la qualità dei giocatori, la solidità delle società, perchè magari parti bene e poi tra un mese saltano fuori i problemi inaspettati. Di squadre che vogliono puntare al vertice ce ne sono parecchie, l'Helvia Recina sarà una mina vagante, Macerata è una città senza calcio e avranno tutto l'interesse di rinforzarla in corsa. Vedo bene il Chiesanuova, la San Marco Lorese che non ha nascosto le proprie ambizioni, la Sangiorgese, l'Atletico Azzurra Colli è una buona squadra. La mia Aurora Treia? Noi stiamo sotto come valore di giocatori a queste squadre ma io sono fiducioso, ho buone individualità, faremo la nostra parte".
Tra presente e futuro è il passato che rattrista Ciarlantini, ad esempio di come è finita la vicenda Maceratese, lui che due stagioni fa era stato chiamato a coordinare il settore giovanile biancorosso: "Appare chiaro, c'era il progetto di farla sparire - tuona - e dispiace aver visto allenatori che non hanno mai preso un euro di rimborso e persone che ci hanno rimesso di tasca propria. Per non dire delle false illusioni create a tanti ragazzi. Una squadra è anche un'impresa, e non è bello vedere gente che resta a casa senza lavoro". Ciarlantini allarga il discorso al sistema-calcio che in Italia non funziona: "Si permette a strani personaggi di girare liberamente e fare danni in varie piazze, magari a rovinarle, e nessuno paga mai, anzi, spesso vengono usati dei prestanome e loro continuano nell'impunità. Il sistema non funziona, e parte dall'alto". Per lui gente così (sui nomi sorvoliamo) dovrebbe finire in galera. E stavolta non lo dice un allenatore con oltre vent'anni di militanza ma il Ciarlantini uomo della Benemerita. Perchè anche smessa la divisa uno così resta nei "secoli fedele" alla legge e sè stesso.