"Dopo 15 anni il calcio giovanile è tornato a OFFAGNA e SAN BIAGIO"
Il vicepresidente Alessandro Andreoli fa il punto sul vivaio a due anni dall’accordo: "Tra difficoltà logistiche e concorrenza spietata abbiamo costruito un progetto importante e valoriale. E ora puntiamo a uno scenario futuro da vivere come protagonisti"
Il vicepresidente Alessandro Andreoli (foto) fa il punto sul progetto giovanile a due anni dall’accordo tra Giovane Offagna e Asd San Biagio che ha di fatto creato la Giovane Offagna San Biagio?
“Due anni fa, come Polisportiva Giovane Offagna, neo matricola con appena un anno di vita, decidemmo di avviare la collaborazione con il Sanbiagio Calcio dando vita alla Giovane Offagna San Biagio che si occupa oggi esclusivamente di calcio giovanile: dai Piccoli amici ai Giovanissimi. I tesserati di questa stagione hanno confermato il trend di crescita dell'ultimo triennio sfiorando i 90 iscritti. Un risultato di cui andiamo molto fieri perché non è facile guadagnarsi la fiducia delle famiglie nascendo da zero e dovendo competere sul territorio con dei “colossi” quali Giovane Ancona, Conero Dribling, Osimana, Camerano… Dopo due anni da questo accordo devo dire che ci abbiamo visto lungo e questa collaborazione ci ha permesso di consolidarsi, offrendo buone prospettive per il futuro”.
Le novità di questa stagione rispetto alla precedente?
“Per questa stagione l’impegno della società si è focalizzato su due linee: persone e qualità. Abbiamo ampliato il nostro staff tecnico con l’innesto di nuovi tecnici preparati. Ogni gruppo è affidato alla guida di almeno due persone per garantire sempre un rapporto allievi/allenatore di 1/8 o 1/10 in modo da poter seguire al meglio ogni ragazzino. E’ stato un investimento economico importante per una società piccola come la nostra ma ci sta pagando. Tutti i gruppi stanno crescendo molto sia a livello tecnico che soprattutto educativo. Il profilo del nostro allenatore ideale infatti è, come amo ricordare sempre io, quello ‘dell’educatore tecnicamente preparato dal punto di vista calcistico’. Non ci basta avere allenatori preparati. Cerchiamo persone con quelle doti umane che permettono di essere una guida a 360 gradi per i nostri ragazzi. Oltre a questo un altro importante investimento è stato quello di iniziare una collaborazione con uno psicologo, il dottor Marco Ceppi, e un educatore, Paolo Petrucci, con i quali abbiamo iniziato un percorso per far crescere i nostri allenatori dal punto di vista dell’essere educatori: capaci cioè di tirar fuori il potenziale umano e tecnico di ogni bambino. E per la primavera sono previsti due appuntamenti aperti ai genitori per riflettere su tematiche riguardanti i giovani. Insomma, un investimento importante sul capitale umano perché siamo convinti che nel lungo periodo siano le persone a fare la differenza”. Che risposte avete dalla comunità locale visto che, dopo oltre 15 anni, avete riportato il settore giovanile nelle strutture sportive di Offagna e San Biagio?
“Beh, a dire il vero quello delle strutture è un obiettivo raggiunto a metà. Attualmente infatti, con grande rammarico, siamo costretti a rinunciare all’uso dello stadio comunale di Offagna perché ancora in gestione ad una società di Osimo con dei costi di affitto proibitivi per una piccola società come la nostra. Per questo i nostri ragazzi si allenano a San Biagio e al campo parrocchiale di Offagna e giocano a San Biagio. Diciamo che ci sentiamo un po’ esiliati e questo è tutt’ora un grande rammarico che gran parte delle famiglie dei nostri ragazzi di Offagna vive come una beffa. L’attuale Amministrazione comunale sta lavorando per ridare lo stadio agli offagnesi. Vediamo se a fine stagione cambierà qualcosa…. Per il resto c’è grande entusiasmo tra le famiglie perché in effetti dopo 15 anni abbiamo riportato il calcio giovanile a Offagna e San Biagio e lo stiamo facendo cercando di dare il meglio e offrendo un servizio di qualità”.
Ci tracci un bilancio di questa prima parte della stagione di ogni categoria...
“Il bilancio di questi primi 5 mesi di attività è più che positivo. I gruppi dei Piccoli amici e dei Primi calci sono quelli che registrano le maggior iscrizioni e rappresentano una certezza per il futuro. Entrambi i gruppi sono affidati a istruttori fualificati e laureati in sceinze motorie: Leonardo Ferri e Luca Mosca coadiuvati da alcuni giovani (Nicola Cecati, Francesco Strologo, Alessandro Martini) che hanno grande passione e stanno facendo una bella esperienza di accompagnamento. Il gruppo Pulcini è quello più consolidato guidato da Enrico Vignoni che, insieme a me, è colui che 4 anni fa ha deciso di iniziare questa nuova avventura da zero. Anche lui è coadiuvato da due istruttori: Fabio Oleucci e Leonardo Ferri. Gli esordienti sono seguiti da Stefano Pierpaoli insieme a Luca Mosca e Roberto Nasuti. Un team che incarna preparazione tecnica e doti umane. Un mix eccellente per seguire i ragazzi, tra gli 11 e i 12 anni, in quella delicata fase del passaggio dall’età infantile a quella preadolescenziale. E infine il gruppo Giovanissimi, guidato da mister Sopranzi affiancato fa Flavio Ramazzotti e Enrico Vignoni. Riguardo a quest’ultima squadra mi sento di esporre una particolare soddisfazione perchè è il gruppo che a inizio anno ha sofferto di più e che sembrava non avere neanche i numeri per affrontare il campionato. La concorrenza delle altre società limitrofe è stata spietata e per una matricola come noi non è stata semplice. C’è stato un momento a inizio stagione in cui tutto sembrava impossibile e solo la caparbietà mia e di alcuni dirigenti tra cui Antonio Spadaccini, Mauro Bracciatelli e Sandro Veroli, ha voluto andare avanti nonostante tutto. Piano piano, poi il gruppo si è infoltito. Attraverso il passa parola si sono aggiunti nuovi ragazzi, altri sono rientrati e si è creato un bel gruppo composta oggi da circa 20 ragazzi che in questa fase provinciale del torneo si sta togliendo diverse soddisfazioni. E dire che a settembre non ci avrebbe creduto nessuno. La determinazione di credere nei sogni e la coerenza alla fine pagano”.
Progetti futuri?
“Guardiamo sempre avanti, puntiamo in alto, mantenendo i piedi per terra e tenendo dritta la barra del timone verso la strada che è stata sin qui tracciata: ossia la strada dei valori. La sfida è continuare a fare del calcio uno strumento inclusivo e aggregativo coniugando la dimensione sociale con quella della qualità.
Lungo questa direttiva immaginiamo futuri scenari da vivere come protagonisti. Vedremo cosa ci riserva il prossimo futuro, ma sarà sicuramente una bella sorpresa!".