Marani: "Una mano per Sarnano ma questo calcio non mi piace più!"
Dopo tre anni in Inghilterra l'attaccante torna nella sua città e dimostra di poter fare la differenza
SARNANO. Una tripletta nella gara contro l'Elfa Tolentino, fa tornare agli onori della cronaca un ragazzo che per sua scelta aveva staccato con il calcio ed era volato in Inghilterra, parliamo di Alessandro Marani (foto), classe 1985, attaccante del Sarnano.
Partiamo dalla tua decisione di andare nel Regno Unito.
“Diciamo che dopo una quindicina di anni di calcio giocato, arrivando anche al professionismo, questo modo di vivere lo sport non lo sentivo più vicino ai miei ideali. Un calcio dove a volte giochi solo se hai lo sponsor e se conosci le persone giuste e poi alla fine rischi anche che non ti paghino, non faceva più per me. Senza rimpianti ho staccato letteralmente la spina e sono andato via, mi sono dedicato ad altro, non ho più giocato e raramente mi è capitato di vedere qualche partita”.
Non ti mancava tutto il mondo che avevi frequentato per tanto tempo?
“Lo so sembra strano, ma assolutamente no. Un certo modo di fare e di comportarsi non l'ho mai rimpianto, anzi ho scoperto tante cose nuove più interessanti, uno stile di vita diverso che mi ha portato a dimenticare in fretta il passato”.
Che tipo di lavoro facevi a Londra?
“Ho lavorato come personal trainer in una palestra che va per la maggiore in città, ed ho avuto modo di curare da vicino dei personaggi famosi come Julien Macdonald, uno stilista di origine gallese molto apprezzato nell'ambiente. Un lavoro gratificante che mi ha dato anche delle soddisfazioni”.
Ora il ritorno nella tua Sarnano.
“Si, la mia ragazza è un architetto e dopo il sisma che ha colpito queste zone, ha dovuto seguire diversi lavori ed ha deciso di tornare. Io ho aspettato un paio di mesi e poi ho pensato di raggiungerla. Ho avuto la fortuna di trovare lavoro in una palestra e pur con le dovute differenze, mi trovo bene anche qui”.
Con la tua squadra come sta andando, visti i tre gol di sabato direi benissimo?
“Appena sono rientrato gli amici mi hanno chiamato per dare una mano e non me la sono sentita di dire di no. All'inizio ho fatto fatica, dopo tre anni avevo perso il ritmo gara anche se a livello di fiato, visto il lavoro che faccio, non c'erano problemi. Pian piano comincio a sentire la gamba, a riprendere confidenza, non sono ancora al massimo ma ora il mio contributo è certamente più rilevante”.
Pagate una brutta partenza, ma ora sembra che abbiate imboccato la strada giusta.
“Inizialmente siamo stati anche sfortunati, abbiamo incontrato subito le più forti, noi avevamo bisogno di conoscerci più a fondo, eravamo diversi i nuovi compreso il mister. Ora ci siamo strutturati e i risultati iniziano ad arrivare, abbiamo buoni margini di crescita, se continuiamo a divertirci come stiamo facendo adesso, non escludo che possiamo risalire ancora”.