L'errore tecnico è lampante, ma per fair-play non fa ricorso!
Gesto di grande sportività da parte del Santa Caterina che contro la Palmense s'è vista negare un rigore al '92 per un abbaglio dell'arbitro
Le società si guidicano anche da questi particolari. Poteva inoltrare reclamo per chiedere l'errore tecnico dell'arbitro e invece ha deciso di soprassedere. Questa la volontà dell'Usa Santa Caterina che sabato, in casa della capolista Palmense, sul finire di gara s'è vista negare un calcio di rigore (in quel momento era sotto 2-1) per un abbaglio del direttore di gara Censori di San Benedetto del Tronto.
I fatti. Al 90' il portiere locale Moretti rinviava il pallone dopo una parata ma pressato dall'attaccante avversario lo colpiva con un calcione. L'arbitro ha visto tutto e ha estratto il cartellino rosso nei confronti del portiere locale espellendolo dal campo senza però decretare (come prevede il regolamento) il calcio di rigore. La palla, infatti, era in gioco e il fallo è avvenuto in area quindi il penalty sarebbe stato legittimo ma il direttore di gara ha fatto riprendere il gioco con un rinvio dal fondo (la palla in realtà non è mai uscita). Vibranti le proteste dei giocatori in campo e del pubblico e dopo un minuto l'arbitro, in netta confusione, ha fischiato la fine dell'incontro. In quel momento il Santa Caterina era sotto 2-1, il rigore (se concretizzato) avrebbe decretato il gol del pareggio. La società del Santa Caterina avrebbe potuto richiedere l'errore tecnico, ma ha preferito accettare il verdetto del campo senza ricorrere alla giustizia sportiva.