Carlo Mazzone e l'esilio dolce di Ascoli Piceno
Romano classe 1937, Carlo Mazzone (foto), per tutti quanti Carletto, è uno dei più simpatici e istrionici personaggi di sempre del calcio italiano. Sebbene non abbia vinto nessun titolo particolare, è sempre stato visto come un tecnico pieno di folklore e dagli ideali sani. Memorabile è, infatti, la sua corsa contro la curva dell'Atalanta in un Brescia - Atalanta finito 3 a 3 quando si scagliò contro i tifosi avversari che lo avevano offeso per tutta la partita. Ciò che però in pochi sanno è che il tecnico romano iniziò la sua carriera da allenatore ad Ascoli, dove aveva giocato per nove anni, ricoprendo anche il ruolo di capitano della squadra bianconera.
L'Ascoli oggi allenato da Serse Cosmi, nonostante non sia una delle favorite a vincere la Serie B secondo i bookmaker calcistici, è comunque una delle squadre con più tradizione presente nella serie cadetta. Fu proprio in quella squadra che Mazzone mosse i primi passi da allenatore nella stagione 1968, guidandola fino al 1975 dopo aver portato la squadra marchigiana in Serie A partendo addirittura dalla Serie C. In seguito all'offerta della Fiorentina e la possibilità di una carriera ad alti livelli, Mazzone venne spinto ad andare altrove, senza però mai abbandonare l'Italia. Tornato ad Ascoli nel 1980, 'Sor Carletto' fu capace di portare i bianconeri a uno storico sesto posto nel campionato 1981-82. Arcigno e gran motivatore, Mazzone visse sempre intensamente ogni partita che giocavano i suoi e, sebbene non predicasse un calcio offensivo, ha sempre fatto parlare di sé per la sua esuberanza e per come caricava i suoi calciatori.
Sulla panchina della sua Roma dal 1993 al 1996, quando fece esordire un certo Francesco Totti, Mazzone visse alcune tra le sue stagioni più belle in quanto finalmente riuscì a difendere i colori della squadra che amava. Nonostante non andò mai oltre il quinto posto, Carletto ebbe appunto il merito di lanciare Totti, con il quale avrebbe poi avuto un'ottima relazione durante tutto il resto della sua vita. Il calcio è però strano, e paradossalmente l'epoca più ricordata di Mazzone è stata quella durante la quale allenò a Brescia.
In quegli anni Mazzone ebbe la possibilità di allenare campioni del calibro di Pep Guardiola, Andrea Pirlo e Roberto Baggio. Tutti e tre si sono sempre dimostrati molto grati nei confronti del tecnico romano e in molti riconoscono che il primo ad aver suggerito a Pirlo di cambiare ruolo, passando da trequartista a regista sia stato proprio lui. Con il Brescia Mazzone visse gli ultimi anni di gloria e grande calcio prima di decidere di allontanarsi poco a poco dallo stress di questo mondo. Adesso vede il calcio da Ascoli, nel suo dolce esilio nelle Marche, contento di vivere nella città che lo lanciò sia come calciatore sia come allenatore: nonostante sia legatissimo alla sua Roma, Mazzone è grato alla città che lo ha aiutato a diventare lo straordinario personaggio che ha colorato come pochi hanno saputo fare il calcio italiano.