Montegiorgio, parla Del Gatto: "Formare prima l’uomo e poi l'atleta"
Il nuovo responsabile del settore giovanile rossoblù presenta il suo modus operandi in vista della nuova stagione
MONTEGIORGIO. E’ già ben avviata la programmazione del settore giovanile del Montegiorgio in vista della nuova stagione 2018-2019 che vedrà molte novità in casa rossoblù: dalla Juniores impegnata per la prima volta nella storia nel campionato Nazionale fino ai più piccoli. Per questo la società guidata dal presidente del settore giovanile David Beleggia ha definito l’organigramma tecnico. Ci sarà la figura del responsabile tecnico del settore giovanile, ruolo che competerà ad Andrea Del Gatto (foto), anche vice allenatore di Massimo Paci in prima squadra. Una scelta ponderata visto che Del Gatto ha grande esperienza nel gestire un gruppo di ragazzi dove vanta trascorsi importanti anche nella Fermana.
Andrea Del Gatto, come affronta questo nuovo ruolo in rossoblù?
“Per l’opportunità che mi è stata concessa, mi sento preliminarmente di ringraziare il presidente Lanfranco Beleggia, il responsabile del settore giovanile e della collegata scuola calcio, David Belleggia, il direttore sportivo Zeno Cesetti ed il resto della società. Sono figure che mi hanno investito di un prestigioso ruolo di responsabilità nel contesto giovanile rossoblù”.
Quali sono le linee guida del settore giovanile?
“Abbiamo tracciato i contorni del nostro progetto, basato principalmente sulla crescita dei ragazzi del nostro territorio, in modo tale che nel ciclo fisiologico di riferimento, in genere la durata del percorso giovanile, possano sfociare in prima squadra, dapprima come under, in seguito come pilastri del telaio tattico anche oltre la semplice tutela data dai regolamenti. Renderli dunque più che affidabili in senso tattico”.
Come intende il lavoro con il settore giovanile?
“La mia filosofia? Il calcio è cambiato, proprio come sono cambiati i giovani, sia dal punto di vista umano nel loro modo di pensare ed agire che, di riflesso, anche sul rettangolo di gioco. La precedenza, spesso, viene da loro riposta solo su se stessi, difficilmente si parte con in testa il concetto di mettersi al servizio, con spirito gregario e di sacrificio, per il bene comune. Il senso di appartenenza, il concetto di gruppo e l’altruismo sono concetti e valori fondamentali per poter giocare a calcio”.
Da dove passa dunque il concetto di crescita calcistica del ragazzo?
“Chiaramente tutto verte intorno al singolo, per la piena crescita dell’atleta-calciatore. Un ragazzo oggi non ha più la classica “strada” come fucina di insegnamento, un tempo luogo pulsante di input e quindi nel proprio bagaglio di certo può vantare meno conoscenze tecniche, coordinative e caratteriali. Detto ciò, in base alle mie esperienze a più livelli nel mondo del calcio, ho individuato la linea da perseguire. Un atleta deve essere votato, con sincera attenzione non indotta, all’ascolto ed alla capacità di adattamento, alla cultura del lavoro, al raggiungimento degli obiettivi da perseguire con costanza nell’applicazione e passione nell’agire quotidiano. Per la serie prima l’uomo e di seguito il calciatore, che non da meno, successivamente, riceverà i nostri principi di gioco, spalmati in base alle età da Piccoli Amici fino alla Juniores. In questo percorso sarò di certo accompagnato da tutto lo staff di allenatori al quale, oltre a formulare un sentito “in bocca al lupo”, auguro di vivere un anno di crescita e soddisfazioni complessive”.