"Nè Ferrara e nè Battipaglia: contro l'Ischia presi 10 in pagella"
Intervista a Guido Di Fabio, storica bandiera della Fermana
A Fermo se dici Di Fabio dici "Capitano", dici Fermana, dici Serie B, dici cuore gialloblu... Passano gli anni ma per nulla si sbiadisce l'amore della città di Fermo per Guido Di Fabio (foto), storica bandiera canarina e attuale trainer del Martinsicuro, Eccellenza abruzzese. Noi di MarcheinGol abbiamo deciso di intervistarlo per parlare della stagione in corso e del suo glorioso passato da calciatore.
Di Fabio, hai deciso di rimanere a Martinsicuro nonostante sicuramente come ogni anno ti saranno arrivate numerose proposte. Come mai questa decisione? Qual è l'obiettivo stagionale per voi?
"Le società che mi hanno cercato non mi hanno davano la possibilità di lavorare con il mio staff che io ritengo sia fondamentale per svolgere il mio lavoro nel migliore dei modi, andando a toccare tutti gli aspetti che bisogna tener conto con una squadra di calcio soprattutto se composta da giovani calciatori da quello tecnico a quello tattico psicologico e comportamentale...I risultati ottenuti dal sottoscritto ritengo siano frutto proprio dell'attenzione ai minimi particolari del mio staff. E poi con la mia società in difficoltà (per colpe non sue dato che lo sponsor principale per gravi problemi finanziari non ha potuto adempiere ai suoi impegni) non me la sono sentita di abbandonarla e insieme come abbiamo sempre fatto in questi anni vogliamo far tornare le cose a posto col lavoro e sacrificio. Il nostro obiettivo quest'anno è evitare l'ultimo posto in classifica, abbiamo una squadra molto giovane (19 fuoriquota su 26) e cercare di valorizzare qualcuno di questi tanti ragazzi".
A Fermo sei ancora idolatrato da tutti, grandi e piccoli, come vedi la Fermana quest'anno? Qual è il ricordo più bello che ti lega a Fermo?
"E' vero, a Fermo ho molti estimatori, ho dato a questi colori tutto me stesso e ho ricevuto in cambio tanto affetto e stima e ancora oggi dopo tanti anni ricevo questi attestati. Nel giorno del mio compleanno (5 settembre) post messaggi con relative foto e maglie di quando giocavo hanno invaso il mio telefono e non ti nascondo una grande commozione da parte mia. La Fermana rimarrà sempre nel mio cuore insieme a tutti i fermani! Quest'anno mi sembra che abbia qualcosa in meno dell'anno scorso ma sono sicuro che mister Destro riuscirà lo stesso a raggiungere gli obiettivi che la società si è prefissa. A Fermo ho tanti bei ricordi con due campionati vinti, verrebbe facile menzionare la finale playoff con il Livorno a Ferrara che ci ha promossi in C1 o l'ultima partita a Battipaglia dopo l'avvelenamento della notte che non ci ha fermato per la voglia che avevamo di regalare ai nostri tifosi la storica promozione in serie B... E invece io menziono una partita di C1 contro l'Ischia dove tutti i giornali compresi quelli sportivi mi diedero 10 come voto... in un campo reso pesante dalla pioggia con i miei compagni molto stanchi e l'Ischia che voleva recuperare il gol di svantaggio mi sono retto a baluardo della difesa recuperando ogni pallone che veniva dalle mie parti e ripartire con azioni personali saltando tutti gli avversari rendendomi sempre pericoloso con i tifosi che mi incitavano in continuazione, applaudendomi per lungo tempo".
Potessi tornare indietro cambieresti qualcosa della tua carriera da giocatore? Da quella di allenatore?
"Sì, cambierei qualche mia decisione nella carriera di calciatore che per orgoglio non mi ha permesso di giocare in serie A ma il calcio io l'ho sempre vissuto e amato per come me l'hanno insegnato i miei allenatori nelle giovanili (ne cito uno che ora purtroppo non c'è più e a cui devo molto, Roberto Vernisi) e cioè farlo con passione onorando tutte le maglie delle squadre con cui ho militato e penso sia proprio questo il motivo per cui tutte le tifoserie mi ricordano con affetto. Da allenatore invece sicuramente l'anno di Fermo, mi sarei dovuto imporre di più con la società per avere qualche rinforzo ma con due presidenti e due direttori sportivi che non remavano dalla stessa parte era difficile. Comunque sono ancora convinto che anche con i ragazzi che mi avevano messo a disposizione avrei raggiunto l'obiettivo della salvezza".
Qual è il suo sogno da allenatore?
"Il mio sogno di allenatore in questo momento è molto semplice: riuscire a salvarmi con la mia società il Martinsicuro e riavviarla in un futuro più roseo con la valorizzazione di qualche giovane. Poi provare gli anni a venire dopo che la società si sia ripresa a vincere lasciandola in serie D per poi poter avere la possibilità di allenare nei campionati professionistici con il mio staff a cui devo molto, è il mio secondo sogno nel cassetto".
Crea la formazione più forte che tu abbia allenato.
"La formazione tipo è: Carfagna, Donzelli, Piunti, Cusaro, Bucci, Capparuccia, Piergallini, Pietropaolo, Orta, Carboni, Melchiorri. A disposizione: Osso, Arcolai, De Cesaris, Ferretti, Biancucci, Cacciatore, Pedalino, Kala, Maio.