Vagnoni, l'allenatore-regista premiato per il Docufilm "Oltre il gol"
E' il preparatore dei portiere del Castelfidardo, nove anni fa ha fondato la Lux Video. Dal Coni di Ascoli Piceno arriva un importante riconoscimento per il suo ultimo lavoro
Importante riconoscimento del Coni provinciale di Ascoli Piceno per Ernesto Vagnoni (foto), premiato ieri sera presso l’Auditorium comunale di San Benedetto del Tronto per il Docufilm “Oltre il Gol”, di cui è regista e sceneggiatore con la sua casa di produzione Lux Video. L’altra grande passione di Vagnoni, oltre al calcio, è infatti la macchina da presa. Queste due realtà sono state unite in un lavoro cinematografico che dà voce ai vissuti interiori dei ragazzi che praticano il calcio in società dilettantistiche. La volontà è quella di far luce sul ruolo e sulla relazione tra le varie figure che gravitano intorno a questa realtà calcistica, ma che ritroviamo in qualsiasi altra società sportiva. Le riprese di “Oltre il gol” sono iniziate lo scorso mese di giugno e hanno visto la partecipazione nel ruolo di attori di circa 38 bambini tesserati con società sportive dilettantistiche. Il Docufilm guarda cosa c’è dietro il mondo del calcio giovanile, indagando su come i ragazzi, gli allenatori, i dirigenti e i genitori vivono questa realtà. Vagnoni è l'allenatore dei portieri della prima squadra del Castelfidardo. Nove anni fa ha fondato la Lux Video, una società che realizza film e video con tematiche sociali e di attualità.
"Com’è nata la mia attività di regista e produttore? Ho questa passione fin da quando ero ragazzo - le parole di Vagnoni rilasciate al sito centropagina.it - poi mi sono fatto le ossa lavorando per tre anni come operatore tv per un’emittente locale. Col tempo mi sono reso conto che attraverso i video riuscivo a comunicare ed esprimere al meglio le mie idee, così è nata l’idea di utilizzare la telecamera per mandare dei messaggi. Ho poi fatto tesoro della mia conoscenza dei ragazzi maturata nei settori giovanili (sette anni alla Sambenedettese, ndr) per fare dei documentari che riguardano la violenza, il bullismo e l’alcolismo, che affrontano problemi e tematiche d’attualità. Abbiamo collaborato con gli oratori che sono diventati luoghi di incontro e di creatività e dove si può imparare un mestiere. E così ho fondato nove anni fa la Lux Video e il mio primo lavoro è stato un documentario dal titolo “Quello che i genitori non sanno”».
Come concili l’attività sui campi di calcio con quella di regista?
"Sono fortunato perché ho un socio come Andrea Giancarli che segue da vicino la nostra attività e riesco a rapportarmi con lui su ogni tipo di problematica. Poi attorno alla realizzazione di un cortometraggio lavorano tante persone, circa 22 professionisti tra direttore della fotografia, truccatrici, ecc. Spesso concentro la maggior parte del lavoro dopo la fine del campionato di calcio".