AMARCORD. Amaolo, l' "ammazzagrandi" pronto ad un tuffo nel passato!
Il suo Pineto è l'unico ad aver battuto Matelica e Cesena. Domenica affronterà il Montegiorgio: "Devo tanto alla società rossoblu, mi ha dato l'opportunità di allenare. Mi sarebbe piaciuto giocarla al Tamburrini, peccato". Tra i ricordi, una maglietta uscita fuori di recente...
Chiamatelo se volete “ammazzagrandi” il Pineto che, sul terreno amico, ha regolato prima il Matelica (alla seconda giornata) e poi il Cesena domenica scorsa: unica squadra capace di un cammino simile. Merito di un tecnico marchigiano (di Porto San Giorgio) che nelle ultime tre stagioni ha guidato gli abruzzesi come Daniele Amaolo e che domenica prossima vivrà una gara del tutto speciale da ex. Ma andiamo con ordine.
Mister, quali sono i segereti per questo doppio successo con le big del girone?
“(Sorride, ndr) Nessun segreto, ci mancherebbe, ma in primo luogo la stessa forza dell’avversario. Questa ti porta a fare maggiore attenzione, spesso e volentieri anche superiore alle altre sfide. Inutile dire che spesso certe gare si preparano da sole soprattutto dal punto di vista psicologico ed emotivo”.
Quali differenze ci sono tra le due vittorie?
“Sono gare molto diverse ma con un punto in comune: ci siamo arrivati dopo due sconfitte e la voglia di riscattarsi ha anche pesato. Poi domenica scorsa sapevamo che sarebbe stata dura con il Cesena, rimasti in dieci diventava quasi proibitiva. Invece abbiamo fatto comunque gol ad una difesa che, dall’arrivo di Agliardi, ha incassato un solo gol (di Palmeri, contro la Recanatese ndr) e ha fatto sei vittorie consecutive. Quindi una grande prestazione della squadra”.
E contro il Matelica?
“Eravamo solo alla seconda giornata, venivamo dal ko all’esordio a Francavilla. Loro magari non erano cosi ben rodati come lo sono ora e non erano in grande giornata ma ripeto, noi abbiamo fatto due ottime prestazioni: se non fai gare di quel tipo non la porti mai a casa. Restano squadre di altissimo livello e la classifica lo testimonia. In generale però è un campionato di altissimo livello dove, almeno negli undici iniziali, non vedo nessuna squadra debole, tutt’altro: la differenza sarà fatta dalla profondità della rosa e anche il futuro mercato di riparazione”.
Domenica prossima per te una gara speciale, si gioca con il Montegiorgio. Un filo di emozione ci sarà?
“E’ la prima volta in gare ufficiali che ci incontriamo da quando sono andato via nel 1999. Per me è senza dubbio una gara particolare, perché lì ho chiuso da giocatore e mi hanno dato l’opportunità di iniziare ad allenare in Eccellenza. Sono arrivato con Dal Miglio allenatore, poi due stagioni con Francesco Grilli e l’anno successivo mi hanno affidato la squadra: il primo anno nel doppio ruolo di allenatore-giocatore arrivammo quinti, il secondo come allenatore e arrivammo terzi”.
Fu la prima volta che il Montegiorgio sfiorò la Serie D poi raggiunta anno scorso?
“Si, una splendida cavalcata. A poche giornate dalla fine arrivammo veramente per qualche spezzone di gara anche in vetta. Una squadra solida con un gruppo storico fatto di grandi uomini. Proprio qualche giorno fa, rimettendo a posto dei vecchi scatoloni, è venuta fuori una maglietta che la squadra fece quell’anno con la scritta “Io ci credo” e la indossavano sotto la muta. Devo tanto al Montegiorgio per l’opportunità data perché da lì ho iniziato. Dal punto di vista sentimentale ho tanti ricordi che tengo dentro ed è un piacere rincontrare tanti amici. Peccato solo non poter giocare al Pianarelle, dove ho vissuto tante battaglie”.
La questione campo da gioco, quanto può incidere sul campionato del Montegiorgio?
“Inevitabilmente incide molto, giocare in casa è sempre un vantaggio importante che va sfruttato. Oltre a questo Montegiorgio attendeva la D da tantissimi anni, dopo una vita in Eccellenza e non poterla vivere in casa propria è un peso importante. Oltretutto stanno facendo da matricola un buon campionato a mio avviso. Ho visionato diversi filmati e stanno raccogliendo molto meno di quanto meritano perché prestazioni le hanno sempre fatte e anche in maniera propositiva”.