LA SENTENZA. Tolte 10 giornate di squalifica per insulti..."razzisti"
In Terza categoria dietrofront del Giudice Sportivo che ha accolto il ricorso di Fabio Urbini del Collisportvillage
COLLI DEL TRONTO. C'è voluto il gran lavoro dell’avvocato Christian Schicchi per ribaltare una sentenza sportiva che ha del clamoroso e probabilmente dell’innovativo, perché davvero di rado si vede un calciatore condannato in primo grado a 10 giornate di squalifica, uscire indenne dalla sentenza della Corte Sportiva d’Appello Territoriale. Schicchi, già allenatore di calcio e figlio dell’indimenticato calciatore dell’Ascoli, Raffaele, ha però davvero fatto un gran lavoro giuridico e alla fine ha fatto assolvere il suo assistito.
La squalifica di 10 giornate era stata comminata in primo grado dal Giudice Sportivo Provinciale di Ascoli, Roberto Mistichelli. D’altronde i fatti sembravano inappellabili con il giovane portiere del Collisportvillage di Colli del Tronto, Fabio Urbini (foto) condannato per grave frase di discriminazione razziale rivolta ad un avversario dell’Appignano. “È successo che al termine della gara tra Collisportvillage e Polisportiva Appignano del Tronto valida per il campionato di Terza Categoria – ha raccontato Urbini – stavo uscendo dal campo con un mio compagno e un avversario che conosco bene e sono stato aggredito da un giocatore dell’Appignano dalla carnagione olivastra, che era stato espulso. Mi ha dato due manate in faccia e nonostante non reagissi ha continuato a darmi pugni sulla schiena e a provocarmi. Alla fine ho perso la pazienza, mi sono girato e gli ho detto vattene, extracomunitario”.
“Subito si è acceso un capannello, l’arbitro ha scritto sul referto solo la frase che ha sentito, ma niente sull’aggressione che avevo subito. Quando è arrivata la squalifica di dieci giornate ne ho parlato con l’avvocato. Mai però avrei pensato che mi avrebbero tolto tutte le dieci giornate. Pensavo almeno di dimezzarle, ma il mio legale è stato fantastico. Sono contento anche se devo comunque scusarmi con l’avversario – ha concluso Urbini – perché al di là di tutto, anche se sono stati capiti i motivi di quello che ho detto, è stata una frase infelice dettata dalla provocazione e non certo da discriminazione razziale. Chiedo scusa”. E così la Corte Sportiva d’Appello Territoriale, presieduta dall’avvocato Gianmario Schippa, ha accolto il reclamo del Collisportvillage.
(Fonte: Il Resto del Carlino)
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