Antonio Gaeta si porta il pallone a casa: "Ma adoro fare gli assist"
Tre gol del bomber (arrivato a quota 5) contro il Sassoferrato Genga dell'ex "imbattibile" David (818 minuti a porta blindata). "Sono una delle chiocce di un gruppo che poteva fare di più. I gol sono importanti ma farli fare ai compagni mi rende felicissimo. L'Eccellenza? Molto equilibrata. Qui a Porto D'Ascoli si sta benissimo"
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Tre gol nel primo tempo per mettere in cascina punti pesanti e anche stoppare l’incredibile imbattibilità del portiere del Sassoferrato Genga Simone David, interrotta dopo 818 minuti (restano comunque i complimenti). Ha impresso a fuoco il marchio di fabbrica del bomber di razza Antonio Gaeta, classe 1984, che ha trascinato con tre perle nei primi 45 minuti il Porto D’Ascoli ad un successo pesante in classifica: “La vittoria era fondamentale per tirarci fuori dalla zona playout – ammette l’attaccante partenopeo ma ormai marchigiano d’adozione - venivamo da un pari e una vittoria ed era per noi fondamentale allungare il passo in questa circostanza”. Vive a San Benedetto del Tronto con la compagna e ammette che a Porto D’Ascoli c’è un clima speciale: “In tanti anni di calcio posso dire che qui ho trovato una società-famiglia. Ti trattano bene e non ti fanno mancare nulla. La forza è proprio in questo. C’è tantissima serenità e la voglia da parte dei dirigenti e del presidente, persona eccezionale, di vivere il calcio in questo modo: per questo si riesce sempre a dare il massimo”.
Con 38 punti la classifica diventa tranquilla. E’ questa la dimensione di questo Porto D’Ascoli?
“Si poteva fare di più senza dubbio anche se non è la stessa squadra dello scorso anno. Sapevamo che non sarebbe stato lo stesso campionato, ci sono molti ragazzi giovani e spesso siamo andati in campo con più di due fuoriquota. La società non ci ha mai chiesto di vincere”.
Sei uno dei leader di questo gruppo: cosa ha chiesto a voi “più grandi” la società?
“Siamo io, il capitano Leopardi e Sensi che siamo chiamati a dare l’esempio nei comportamenti ma soprattutto con tanti consigli a questi ragazzi giovani che vogliono crescere. Lavorare questa stagione in questo modo permette di guardare anche in ottica futura”.
Per te è stata la prima volta nell’Eccellenza marchigiana: che tipo di campionato hai trovato?
“Lo scorso anno ero in Eccellenza abruzzese e devo dire che li si punta molto di più sulla grinta e sul carattere: si punta molto sull’aspetto agonistico. Qui nelle Marche il livello tecnico è alto, si punta molto di più a giocare la palla. Tolte le prime due o tre della classe che viaggiano a ritmo alto, per il resto c’è un’enorme equilibrio e devo dire anche molte squadre che hanno una mentalità importante e idee propositive”.
Puoi fare un esempio?
“Dico senza dubbio il Portorecanati che poi è in lotta nella zona bassa della classifica. Raramente ho visto una squadra giocare a calcio con quelle idee e in quella maniera: propositiva, offensiva e senza paura sia in casa che in trasferta. Poi è chiaro che se sono li qualche problema lo hanno ma mi ha colpito il modo di interpretare la gara che hanno”.
Quota 5 nei gol fatti, ti sei posto un obiettivo finale? Magari la doppia cifra?
“Se la doppia cifra volesse dire raggiungere i nostri obiettivi ok. Conta la squadra da sempre, ai gol ci tengo come attaccante ovviamente ma da quando gioco sono sempre più orgoglioso degli assist fatti. Finora sono ben 7 all’attivo e mi rendono estremamente felice”.