Amarcord Fiorentina: il maceratese Pino Brizi al "Franchi"
"Ho tanti bei ricordi dei miei 15 anni a Firenze, ma per me è stato soprattutto il coronamento di un sogno"
50 anni dopo la vittoria del secondo scudetto da parte della Fiorentina guidata da Bruno Pesaola, la squadra viola di allora si è ritrovata allo stadio Artemio Franchi di Firenze. Sabato scorso, in occasione della partita con il Milan, sotto la curva Fiesole hanno sfilato i “ragazzi ” che vinsero il tricolore, con gli eredi di chi non c’è più: Superchi, Rogora, Mancin (la figlia), Esposito, Ferrante (la moglie), Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Rizzo, Bandoni. Mancano Amarildo, Pirovano, Danova.
C’era dunque anche il maceratese Giuseppe “Pino” Brizi secondo per numero di presenze, ben 374, con la gloriosa maglia della Fiorentina fra il 1962 e il 1976. Cresciuto calcisticamente nella Robur Macerata, Brizi (ruolo difensore) passa alla Maceratese dove giovanissimo fa il proprio esordio in serie C. Quindi il passaggio alla Fiorentina.
“Ho tanti bei ricordi dei miei 15 anni a Firenze, ma per me è stato soprattutto il coronamento di un sogno: sono diventato giocatore della squadra per la quale tifavo – ha dichiarato Brizi in una intervista a La Nazione - Arrivavo dalla Maceratese e in 15 anni ho vinto uno scudetto, due coppe Italia e una coppa di Lega italo-inglese prima di chiudere la mia carriera con la Maceratese. Mi ha fatto piacere essere stato paragonato a Beckenbauer, ma non penso proprio di essere stato alla sua altezza. La mia eleganza e la mia correttezza in certi momenti non sono state considerate pregi, ma difetti. Nel 1970-71 rischiammo di retrocedere. Alla penultima giornata stavamo perdendo in casa 2-1 con l’Inter. Segnai il gol del pareggio, fu una liberazione”.