"Il Centenario della Civitanovese deve essere un momento di unità"
Il tifo rossoblu si prepara a festeggiare l'evento, la voce dei tifosi doc Paolini e Di Lupidio
CIVITANOVA MARCHE. Il tifo della Civitanovese si sta preparando a festeggiare il Centenario della nascita della storica società rossoblu. La storia del tifo è anche la storia di malumori, come riporta Il Resto del Carlino. A cominciare dagli anni 70, quando lo stadio si riempiva ogni domenica e debordava nei match che contavano. Anche allora non mancavano i contras, ma erano solo uno stimolo per creare l’ ambiente. Il compianto Armando Bigioni, forse uno dei presidenti più bersagliati, lo ripeteva spesso: «Me ne avete dette di tutti i colori ma avete avuto il merito di suscitare l’interesse e tener caldo l’ambiente».
Polemiche, ancorchè più contenute, con Memè Verdini e con Umberto Traini, più aspre e cattive con Gino Ruggeri e più di recente con Umberto Antonelli. E ora? «Via Profili e tutta la compagnia, ma in alternativa chi c’è»? – si chiede Stefano Paolini, barbiere dal cui salone nacque il primo club rossoblù. «E se qualcuno era intenzionato, perché non si è fatto avanti quando c’era da rilevare la società dal fallimento»?
Sulla stessa lunghezza d’onda un altro tifoso di fede consolidata e cofondatore di quel club, Alfredo Di Lupidio. «Il Centenario deve essere un momento di unità e non di divisione. Al presidente Profili non si può negare il merito di aver gettato le basi per ricostruire la squadra, cominciando dal vivaio che oggi conta oltre 150 ragazzi. Ha vinto all’esordio il campionato di Prima categoria e sfiorato quest’anno l’accesso all’Eccellenza, non capisco, allora, questo accanimento. Accanto alla Lube che è squadra di tutto un territorio e dà grandi soddisfazioni, ricostruiamo insieme, intorno agli storici colori rossoblù, la Civitanovese degli stadi pieni e degli entusiasmi contagiosi».