Bene: "Non parlo di Pinturetta. Questi episodi fanno male a tutti!"
Il vice allenatore della squadra portoelpidiense sottolinea comportamenti ed atteggiamenti che non fanno altro che esasperare la già difficile situazione delle società
PORTO SANT'ELPIDIO. La molla che muove il calcio dilettantistico è la passione, lo ripetiamo da sempre e ne siamo convinti. Solo la passione può infatti spingere tanti ragazzi a battagliare spesso su terreni improbabili, in condizioni atmosferiche difficili, il più delle volte senza nessun riconoscimento economico, ma solo per la voglia di misurarsi e di divertirsi. Anche nella Pinturetta Falcor arde questo fuoco che spinge tutte le settimane dirigenti, calciatori e staff a lavorare ed impegnarsi per una squadra che figura, con grande dignità, nel campionato di Prima categoria.
“Noi ce la mettiamo tutta – ci dice il vice allenatore Roberto Bene – siamo in questo ambiente da tanti anni, e garantisco che giocare a questi livelli, allenarsi a tarda ora la sera, con il freddo, non è davvero una passeggiata, ma lo facciamo, ci piace e ci da soddisfazione. Non chiediamo nulla di straordinario ma solo rispetto per quello facciamo, vogliamo solo che le regole siano rispettate e valgano per tutti. Dispiace dover sottolineare che i primi a non rispettare le convenzioni minime, siano proprio coloro che sono preposti a questo compito, ovvero i direttori di gara. Il nostro – continua il mister – non vuol essere il solito sfogo figlio di una sconfitta, ma vuol essere una riflessione seria, su un modo di fare che a gioco lungo può davvero pregiudicare tutto l'ambiente calcistico".
"In tutte le riunioni ed in tutti gli incontri, ci viene ripetuto che dobbiamo aiutare gli arbitri, ovviamente siamo tutti d'accordo, ma gli arbitri vogliono essere aiutati? Vendendo certi atteggiamenti che sfiorano la maleducazione, la precaria preparazione atletica di molti di loro ed una conoscenza delle regole molto parziale, direi che non fanno molto per essere aiutati. Nessuno contesta loro errori di valutazione su fuorigioco o episodi discutibili, vediamo che sbagliano con la Var, figuriamoci se ad un arbitro che si trova da solo a decidere in una frazione di secondo, non vengano concesse tutte le attenuanti. Quello che si contesta – dice Bene - è la totale mancanza di buonsenso che porta a prendere decisoni cervellotiche e spesso incomprensibili".
"Faccio solo un piccolo esempio: nella gara di sabato scorso sul campo della Cluentina, quando eravamo già sotto di due reti e con due giocatori espulsi, vorremmo capire cosa ha spinto l'arbitro a fare una cosa come quella che vado a descrivere. Mister Properzi decide di sostituire un giocatore ammonito per evitare ulteriori squalifiche nella partita successiva, il sostituto entra in campo regolarmente e il ragazzo uscito una volta fuori dal rettangolo di gioco, nei pressi degli spogliatoi dove si accinge ad entrare, si sfila la maglia, ebbene l'arbitro lo vede, si precipita verso di lui, lo ammonisce per la seconda volta e lo espelle. Al di la di tutte le regole, i cavilli e i regolamenti, le consuetudini, vorremmo capire cosa spinge un arbitro a fare una cosa del genere. Per quanto ci sforziamo, non riusciamo a trovare motivazioni serie e di buonsenso, notiamo solo che quella descritta è solo la punta di un iceberg, che da troppo tempo vaga nel mare dei nostri campionati. Nella circostanza ci conforta almeno il comportamento civile e sportivo dei nostri avversari, che dimostrandosi dei veri signori e capendo la nostra situazione, hanno tenuto un atteggiamento ed una disponibilità che mi sento di elogiare pubblicamente".
"Il calcio dilettantistico non vive un momento semplice, le società devono districarsi da una serie infinita di controlli e situazioni sempre più complicate da gestire, è evidente che sono sempre di meno i ragazzi che si avvicinano a questo sport, vogliamo davvero continuare ancora a mettere a repentaglio la passione di tanti dirigenti, calciatori e allenatori? Ci diranno, come spesso è successo, che non c'è un numero sufficiente di arbitri e bisogna accontentarsi. Perchè bisogna accontentarsi? Le società pagano le iscrizioni, i tesseramenti, i campi di gioco ecc... e non è che se non lo fanno, dall'altra parte si accontentano e chiudono un occhio... non mi pare proprio che sia così! Siccome l'arbitro è determinante per giocare le partite, limitiamo le iscrizioni delle squadre alle disponibilità dei direttori di gara, capisco che la mia è una provocazione, ma spero possa essere anche uno spunto di riflessione. Alla fine una cosa bisognerà pur farla, è evidente che in questa maniera non si può più andare avanti!”.