Antonio Pantanetti: "Sangiustese a Civitanova Marche? Mi sento morire"
Il factotum del passato della società rossoblù esprime il suo malumore sulla vicenda impianti che ha scombussolato la stagione della squadra: "E’ una sconfitta per tutti i cittadini di Monte San Giusto"
MONTE SAN GIUSTO. A volte capita di vedere squadre di calcio “obbligate” a chiedere ospitalità altrove in quanto i loro impianti non sono a norma per la categoria di appartenenza. Quello che è successo alla Sangiustese, emigrata l’estate scorsa a Civitanova Marche, è quanto meno singolare, perché il Comunale di Villa San Filippo tutt’ora ospita le partite casalinghe del Porto Sant’Elpidio, sempre in Serie D. Ed Antonio Pantanetti (foto piccola), factotum della Sangiustese per tantissimi anni, fa sentire la sua voce. “L’attuale dirigenza è stata costretta a fare questa scelta – afferma Antonio Pantanetti - Purtroppo non c’è stato un interlocutore capace di mettere d’accordo i dirigenti del Valdichienti Ponte e della Sangiustese. Questa è una cosa molto, ma molto grave da parte dell’amministrazione comunale. Il sindaco di Monte San Giusto doveva trovare una soluzione, con le buone o con le cattive. Non è giusto che la prima squadra del paese, fondata 60-70 anni fa, è costretta ad andare via. E’ una sconfitta per tutti i cittadini di Monte San Giusto. Solo da noi succedono queste cose: la squadra del paese va a giocare da un’altra parte e sugli impianti di Monte San Giusto, nuovi, ci giocano gli altri. Ma ci riflette qualcuno su quello che sta succedendo? Ha un po’ di coscienza? Un po’ di buon senso? Non sta né in cielo né in terra”.
Pantanetti, è giusto dire che la squadra di Monte San Giusto è il Valdichienti Ponte?
“Non può essere il Valdichienti Ponte. E non è giusto neanche che i ragazzini di Monte San Giusto non possano giocare a Monte San Giusto, quando ne arrivano tanti da Macerata, Trodica, Morrovalle, Corridonia e Montecosaro. Noi abitiamo a Monte San Giusto, il campo sta a Monte San Giusto, perché i sangiustesi non possono andare li? I genitori dei nostri ragazzi le tasse le pagano a Monte San Giusto. Io non sono solo addolorato, mi sento umiliato. Sono stato nella Sangiustese per 55 anni. Ho fatto una vita con il sodalizio rossoblù, ho dato di tutto e di più. Vedere che la squadra che porta il nome del mio paese fa questa fine, mi sento morire”.
Secondo lei c’è il rischio che la Sangiustese diventi Civitanovese?
“Mi auguro di no, ma non si può sapere. Spero che il nome Sangiustese rimanga”.
Quando Antonio Pantanetti era il patron della Sangiustese, come erano i rapporti con l’amministrazione comunale di Monte San Giusto?
“Non ci sono mai stati problemi di questo tipo. Il contributo che il Comune allora dava a me era pari al cinquanta per cento di quello che spendevo per i campi di allenamento alla Corva e a San Claudio oltre che a Monte San Giusto. Non ci potevamo allenare sul campo in erba, perché il custode non era geloso, di più. A spese mie facevo allenare le squadre, potete domandare”.
Come giudica il lavoro che sta portando avanti la società guidata da Andrea Tosoni?
“Anche per l'attuale presidente questa è stata una grossa sconfitta. Andando a Civitanova ha perso gli abbonamenti, ha creato molto malumore. Ma cosa poteva fare Tosoni? Lui è innamorato del calcio, tanti altri non so se sono come lui o hanno altri interessi”.
L’augurio di Antonio Pantanetti è che la Sangiustese torni a Monte San Giusto?
“Me lo auguro di cuore, anche se ho una certa età. Siccome la società che gestisce il campo ha vinto un appalto per 6 anni per il campo di Monte San Giusto, non se sarò ancora in vita".