LA STORIA. Ciro Hosseini Varde'I: "Io, dal Tolentino all'Armenia"
Ha iniziato nel 2013 nella società cremisi con Pagliari e Gesuelli, dal gennaio 2018 è il preparatore atletico del Pyunik, squadra che giovedì affronterà ai preliminari di Europa League il Wolverhampton dell'ex Milan Cutrone
"Lavorare con Raffaele Gesuelli è stato molto formativo, è un periodo che ricordo volentieri". Un lustro dopo eccolo preparatore atletico del Pyunik, squadra professionistica armena che giovedì sfiderà il Wolverhampton dell'ex Milan Patrick Cutrone ai preliminari di Europa League. Ne ha fatta di strada Ciro Hosseini Varde'I, 29 enne di Tolentino che nel 2013 iniziò da tirocinante al Tolentino Calcio con Ivo Pagliari. Tre anni in cremisi tra settore giovanile e scuola calcio e poi l'incarico di preparatore atletico nella Juniores provinciale di Gesuelli.
Mamma italiana e papà iraniano, la sua famiglia gestisce il Bar Jolly di Tolentino.
"Tutto è iniziato grazie al Tolentino Calcio - ci racconta via telefono dall'Armenia - poi ho deciso di prendere un dottorato all'Università di Urbino". Da lì l'ingresso alla K-Sport, azienda fondata dal montelabbatese Mirko Marcolini che monitora partite ed allenamenti dal punto di vista tecnologico con l'utilizzo di telecamere, Gps e magliette sensorizzate. "Qui sono stato due anni - prosegue - ho fatto dal consulente fino al testing dei nuovi prodotti e dell'hardware".
Ed eccoci al contatto con il Pyunik, la squadra più titolata dell'Armenia con 14 campionati nazionali vinti e 8 coppe in bacheca. "Hanno acquistato del materiale ma volevano che uno dell'azienda svolgesse sul posto due mesi di formazione, sono andato io, alla fine mi hanno proposto di restare e ricoprire il ruolo di preparatore atletico... dal gennaio del 2018 sono qui a Yerevan, capitale dell'Armenia".
Meno di tre milioni di abitanti, un terzo dei quali residente nella capitale Yerevan, l'Armenia è un'ex repubblica sovietica situata nella regione montuosa del Caucaso, a cavallo tra Asia ed Europa. Confina con la Turchia a ovest, la Georgia a nord, l'Azerbaigian e la repubblica de facto dell'Artsakh (già Nagorno Karabakh) a est, l'Iran e l'exclave azera del Nakhchivan a sud. "Mi trovo bene, la società mi ha messo a disposizione un abitazione, con l'Italia siamo due ore avanti come fuso orario, il clima è continentale e accettabile - racconta - a livello calcistico si stanno facendo progressi importanti, sia dal punto di vista tecnico che di impianti sportivi. La società ha di recente una nuova proprietà e l'impulso verso una ulteriore professionalizzazione è notevole, l'accesso al terzo turno dei preliminari di Europa League ne è una dimostrazione. Un altro esempio sono i luoghi dei ritiri: noi li abbiamo fatti in Turchia, a Cipro... La lingua? Inizialmente avevo un traduttore a disposizione, con l'allenatore attuale Alexander Tarkhanov che non parla inglese comunico in russo".
La rosa è formata prevalentemente da calciatori armeni, presenti 4-5 russi, 2 macedoni, un ucraino... ci sono elementi di qualità, su tutti spicca Erik Vardanyan con un passato al settore giovanile del Barcellona poi rientrato in patria per problemi fisici. La Serie A armena è formata da 10 squadre, sette sono della capitale, in Armenia ci sono alcuni stadi di livello, quello di Yerevan contiene circa 15 mila spettatori e giovedì contro il Wolverhampton si annuncia il tutto esaurito. "Il campionato, come quello russo, si ferma nel periodo invernale e a dicembre ne approfitto per tornare a Tolentino - conclude Ciro - poi ritorno ancora verso maggio/giugno, il volo non è diretto, si fa scalo a Mosca o in Turchia". Hajoghut’yun Ciro! (In bocca a lupo!).