Massimiliano Favo: "Difficile fare calcio in determinate categorie"
Il mister riparte da Coverciano ed entra a far parte dello staff tecnico delle Nazionali Giovanili
Dopo oltre dieci anni di esperienza come tecnico in prima, Massimiliano Favo (foto) riparte da Coverciano ed entra a far parte dello staff tecnico delle Nazionali Giovanili. “La chiamata di Viscidi è arrivata al momento giusto – dice Favo al Corriere Adriatico – Inizialmente ero restio ad accettare l’incarico perché sapevo di dover accantonare il classico mestiere da allenatore, però alla fine mi ha convinto. Inizio questa esperienza con tanto entusiasmo e determinazione”.
Quali riflessioni l’hanno portata a dire di sì?
“Non vi nascondo che fare calcio oggi in determinate categorie è diventato difficile, spesso subentrano problematiche penalizzanti. Ammetto di avere un carattere piuttosto intransigente su determinati aspetti, tant’è che mi sono trovato a volte in collisione con i presidenti e probabilmente questo non mi ha aiutato, nonostante qualche soddisfazione me la sia tolta. L’opportunità con le Nazionali Giovanili mi inserisce in un contesto diverso e forse più affine alle mie caratteristiche professionali”
Le impressioni sono positive?
“Certo, lavorerò con un team di tecnici preparati e dei ragazzi che sono il fiore all’occhiello del calcio italiano. L’organizzazione è di primo livello e avrò la possibilità di confrontarmi con realtà nazionali e straniere”.
Nello specifico quale categoria seguirà?
“Sarò il vice di Zoratto per l’Under 17, ne sono onorato, in attesa del primo stage di fine mese”.
Diventare tecnico era un suo obiettivo?
“Quando giocavo mi dicevano che ero un allenatore nato, alla fine mi sono convinto. Quando smisi volevo subito mettermi alla prova ma l’allora presidente dell’Ascoli Benigni mi bloccò proponendomi di fare il team manager a Giampaolo. Pur sapendo che non era quello il ruolo che cercavo per me fu un’esperienza importante perché da Marco imparai a programmare una stagione e tanti altri accorgimenti tecnici che mi sono tornati utili. L’anno dopo chiesi di fare l’allenatore e mi accontentarono affidandomi per due anni la Primavera bianconera”.
Cosa pensa del calcio marchigiano?
“Tra momenti di sofferenza e non, va riconosciuto che ci sono società che reggono a un certo livello e tentano di fare bene come Vis Pesaro, Fermana e Samb. L’Ascoli ha una società forte che si è affermata in B, meno fortunate Fano, Anconitana e Maceratese. Sicuramente oggi bisogna investire nelle strutture e cambiare la mentalità nei confronti dei vivai, in ottica futura certi tipi di investimenti aiuterebbero molti club a mantenere stabilità gestionale”.
Quello delle Nazionali Giovanili è un percorso a lungo termine o la rivedremo presto su qualche panchina?
“Voglio vivere appieno questa annata senza darmi un tempo, vorrei capire come va. Poi è ovvio che, avendo sempre fatto il primo allenatore, non voglio chiudere questa porta. Valuterò più avanti le prossime scelte”.
(fonte: Corriere Adriatico)