Barbizzi lascia: "Non è questo il calcio che ho vissuto ed amato!"
Lo storico dirigente della Cossinea annuncia le sue irrevocabili dimissioni, ormai irrimediabilmente amareggiato da quanto vede ogni settimana sui campi
Una stagione quella in corso che, specialmente nel campionato di Prima categoria, sta facendo registrare settimana dopo settimana una serie di lamentele e di proteste che non trovano confronto con gli anni precedenti. A giudizio di quasi tutti gli addetti ai lavori, la gestione delle gare da parte degli arbitri sta diventando sempre più problematica e, al di la dei risultati, alla fine delle partite sono sempre di più i casi nei quali entrambe le squadre si sentono penalizzate.
Nella giornata di ieri abbiamo ricevuto una mail da Pacifico Barbizzi (foto) vice presidente della Cossinea (girone D), un uomo che del calcio ha vissuto tutti gli aspetti, sia da giocatore che da dirigente appassionato e leggere il suo sfogo e la sua frustrazione, per come procedono le cose, obiettivamente lascia perplessi e dovrebbe almeno spingerci ad una riflessione.
“Mi dispiace dover constatare che purtroppo ancora una volta a fare la differenza nell’ultimo match di campionato, tra la Cossinea e il Castignano, è stato l’arbitro come nella precedente partita contro il Rapagnano, al di là del risultato. Assistiamo troppo spesso a strane sudditanze psicologiche da parte di alcuni arbitri, nei confronti di società calcistiche più conosciute o che primeggiano la classifica”.
Così si sfoga a caldo Barbizzi, un veterano della Cossinea e del calcio dilettantistico locale, profondamente amareggiato per quanto sta assistendo. Un signore, è bene ricordarlo, da sempre nel mondo calcio che a suo tempo ha giocato a buon livello in Svizzera, dove era emigrato, ha disputato dei campionati importanti nelle Marche e da 37 anni è la memoria storica della squadra del suo paese che ha contribuito a fondare: “Che esista un problema arbitrale lo pensano in molti, ma pochi hanno il coraggio di dirlo - sottolinea il dirigente - è un fenomeno che fa male non solo ai calciatori, ai tifosi e agli sponsor che aiutano le società, ma soprattutto al gioco del calcio e anche al prestigio di chi primeggia la classifica. La Cossinea è una modesta società calcistica, senza grandi ambizioni, ma da sempre si è contraddistinta per la tenacia, la correttezza, per l’operato profuso quotidianamente dai dirigenti e dal mister insieme ai giocatori, che cercano di onorare al meglio la maglia della Società, tutti insieme in nome della passione per il calcio. E’ la passione a smuovere gli animi e a farli mettere in gioco, a fronte di grossi sacrifici che tutte le piccole società sanno bene quanto siano gravosi. Questa non solo è una testimonianza, ma è un grido di allarme di una Polisportiva che in questi ultimi anni non ha mai fatto un reclamo alla Lega, non ha mai creato problemi, eppure sempre più spesso assiste inerme all'operato di una classe arbitrale poco adeguata. Da troppo tempo ci si domanda - continua Barbizzi come un fiume in piena - perché non si presti più attenzione nella selezione degli arbitri, specie per partite tra Comuni vicini o che possono fare la differenza per il campionato. In relazione all'ultima gara mi chiedo come faccia l’Associazione degli Arbitri a designare, per il match notoriamente sentito dalle due compagini calcistiche, un arbitro giovane e di Ascoli Piceno. Oltre alla vicinanza con Castignano, questo ragazzo ha peccato di scarsa personalità e troppa inesperienza, finendo per incidere pesantemente sul risultato".
"Basterebbe rivedere e verificare anche come sono state distribuite le ammonizioni, sempre indirizzate ai soli giocatori della Cossinea per futili motivi con il risultato di pregiudicare, ancora una volta, il prosieguo del campionato. Per conferma - prosegue l'appassionato dirigente - si può chiedere a chi era alla partita, siano essi spettatori o giocatori, alcuni dei quali fortemente imbarazzati, tanto per utilizzare un eufemismo. Si registrano poi altre cose misteriose. Un giocatore del Castignano già diffidato, nella gara precedente con l'Offida è stato ammonito e dunque doveva essere squalificato per aver maturato la quinta ammonizione, invece così non risulta nei verbali della Federazione. Tutti sono consapevoli di ciò, eppure nessuno dice niente, nessuno controlla. Oramai serpeggia tanto scoramento negli animi dei più, e francamente, salendo di categoria, non si pensava assolutamente di doversi misurare anche con questi incresciosi fenomeni. Ribadisco che così non si fa torto solo alla Cossinea, ma all’intero mondo del calcio. Sono troppi ormai gli errori e le stranezze e sinceramente sono stufo di assistere supinamente a queste evidenti ingiustizie dopo tanti anni di militanza, pertanto - annuncia Barbizzi - nei prossimi giorni presenterò alla società le mie dimissioni irrevocabili. Mi rendo conto di creare disagio ad una realtà che ho contribuito a fondare e far crescere, una parte della mia vita, ma non me la sento più di ingoiare bocconi amari. Vedo in giro tanto malcontento, in questi casi magari sarebbe lecito attendersi dai vertici della Federazione e dell’Associazione degli Arbitri una maggiore attenzione e dei seri provvedimenti che, purtroppo, tardano ad arrivare. Una volta tanto - chiude amaramente lo storico dirigente - chiediamoci perchè gli spalti sono sempre più vuoti e i dirigenti delle squadre sempre più anziani; sta svanendo la passione e con essa se ne andranno anche molte società, non solo qualche dirigente. A buon intenditor dovrebbero bastar meno parole!”.