"E' l'occasione per ripulire il calcio da personaggi poco seri"
Il tecnico Stefano Senigagliesi tra presente e futuro
«Il calcio è in grave difficoltà e necessita di decisioni urgenti per superarle. Se non arrivano provvedimenti immediati si mettono a rischio realtà che hanno una valenza sociale importantissima. Bisogna creare un punto zero e dare subito certezze a società che hanno bisogno di tempo per riorganizzarsi».
Invoca prese di posizione forti da parte degli organi federali Stefano Senigagliesi (foto), convinto che non si possano procrastinare riforme e innovazioni per restituire vigore al movimento calcistico. Il 56enne timoniere osimano, reduce dall’avventura alla Sangiustese conclusa a gennaio dopo due stagioni di alto livello, al Corriere Adriatico esamina la situazione con lucidità.
Mister Senigagliesi, ritiene giusto che la serie C si fermi mentre A e B tentanodi ripartire?
«Non ho dati sufficienti per motivare la volontà dei presidenti della Lega Pro che chiedono la sospensione definitiva. Dico solo che come stanno rimettendosi in moto tutte le attività lavorative deve individuare una strada anche il calcio professionistico che ha una valenza economica fondamentale per il nostro paese».
Quando riprenderanno i dilettanti?
«Mi auguro a settembre perché significherebbe aver vinto la battaglia contro il Coronavirus. Per il calcio di base e per i settori giovanili è fondamentale riaccendere la luce al più presto, nella speranza che la crisi serva per incrementare serietà, professionalità e organizzazione dell’intero sistema. Potrebbe essere l’occasione giusta per ripulirlo da personaggi poco competenti e poco seri che troppo spesso hanno frequentato questo mondo negli ultimi anni».
Ritiene giusta la proposta di promuovere la prima e bloccare le retrocessioni?
«Partendo dal presupposto che qualsiasi verdetto verrà emesso scontenterà qualcuno, non approvo del tutto questo orientamento. Sarebbe meglio decretare sentenze solo in presenza di distacchi importanti, vedi il Monza che ha creato il baratro nel girone A di serie C, oppure concedere la promozione pure alle seconde classificate magari creando più gironi dalla D in giù e riportandoli al numero originario con maggiori retrocessioni nella stagione successiva».
Concorda con quanti sostengono che tante formazioni non riusciranno a iscriversi?
«L’eccessivo piagnisteo mi sembra uno specchietto per le allodole per quanti vogliono speculare sulla situazione attuale. Le società ripartiranno in base alle loro possibilità, magari ridotte, mentre scompariranno quelle che sono già alle prese con problemi gravi. A rimetterci in misura maggiore saranno allenatori e giocatori».
Quali formule andrebbero adottate per riscrivere i prossimi campionati?
«Come in C, sarebbe opportuno introdurre in D l’obbligo di presentare fideiussioni al momento dell’iscrizione per evitare il proliferare di club che non rispettano gli impegni assunti ammettendo solo quelli in possesso di basi solide e risorse all’altezza. La crisi potrebbe inoltre favorire fusioni intelligenti tra squadre dello stesso territorio. Faccio l’esempio di Osimo, dove vivo, nella quale l’esistenza di tante società determinano una dispersione economica rilevante».
Quanto pesa l’assenza di tutele trai dilettanti?
«Abbiamo scelto questo mestiere e non condivido i piagnistei eccessivi. Chi ama questo lavoro sa che possono esserci periodi critici, come avviene per qualsiasi altra attività: bisogna lottare con le unghie e con i denti aspettando che passi la bufera. Servono però aiuti forti del Governo alle società per consentire alle stesse di assistere i propri tesserati. Le varie componenti non devono marciare ognuna per conto proprio, ma essere solidali tra loro».
Cosa bolle in pentola nel suo futuro?
«Qualche contatto c’è stato, ma fino a quando non saranno delineate dall’alto le prospettive rimarremo tutti bloccati. Mi piacerebbe avviare un altro progetto esaltante dopo due anni e mezzo densi di emozioni e soddisfazioni con la Sangiustese, dove abbiamo lanciato giovani interessanti e ottenuto risultati incredibili con risorse limitate, come la qualificazione ai playoff dello scorso anno».