"Capelli lunghi: espulso!". Mughetti e quella lettera che fa la storia
I capelli lunghi come simbolo di contestazione e di costume, ma anche di forza e di personalità. Ma se sei un arbitro meglio averli corti i capelli. Ne sa qualcosa Mosè Mughetti, giovane arbitro in carriera di Fratte Rosa, con un difetto: portava i capelli troppo lunghi. Questa la storia raccontata da Il Resto del Carlino. L’aspetto fisico-estetico era un criterio di valutazione e cosi il designatore arbitrale dell’epoca, Gilberto Sacchi, mise nero su bianco in una lettera, ritrovata a distanza di 23 anni nel cimelio dei ricordi. «Dopo averti più volte ‘richiamato’, successivamente ‘ammonito’, siamo costretti ad ‘espellerti’!». E ancora: «Non sono messe in discussione le tue capacità arbitrali, ma soltanto un aspetto che non è consono al tuo ruolo, alla tua figura ed alla serietà che ci hai dimostrato». Il che tradotto: per capelli troppo lunghi sei espulso! Una lettera a cui Mughetti rispose e che comunque fu cestinata dal buon senso, tant’è che la stima e la simpatia reciproca con il designatore arbitrale crebbe notevolmente e Mughetti sino alle sue dimissioni, venne designato per le gare più importanti dei vari campionati regionali, naturalmente con i suoi folti capelli. La lettera è custodita da Mosè Mughetti (ora 50enne) tra i ricordi più cari e alla proposta d’acquisto da parte della F.I.F.A che intendeva esporlo al museo del Calcio, d’accordo con il mittente, ha rifiutato.