Vicenda Martiniello. L'assordante silenzio del Palazzo. VIDEO Mediaset
Dalla presidenza del Comitato Regionale, ad oggi, nessuna presa di posizione su un episodio che sta avendo rilevanza nazionale
Calcio marchigiano su tutte le prime pagine di giornali, telegiornali e siti on line, per un episodio non certo edificante: il primo caso nazionale di Daspo comminato ad un arbitro, a seguito dei fatti avvenuti nel dopo partita di Borgo Mogliano – Montottone Grottese, valida per il campionato di Seconda categoria. Tutti ne parlano, ad esempio le maggiori radio a carattere nazionale hanno dato ampio spazio alla notizia ed anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo avuto un picco d'interesse molto rilevante ed un numero elevato di contatti.
Tutti ne parlano, ma c'è qualcuno che avrebbe pieno titolo per farlo e a tutt'oggi tace e non rivela in alcun modo la propria posizione. Parliamo del massimo esponente del movimento calcistico regionale, ovvero il presidente uscente (visto che tra l'altro quest'anno si vota per il rinnovo delle cariche) Paolo Cellini. Tutto tace in via Schiavoni, mentre intorno succedono eventi che non esitiamo a definire epocali. E' della giornata di ieri il provvedimento del Questore di Macerata Dott. Pignataro il quale, dopo aver chiuso le indagini, ha inflitto un anno di Daspo all'arbitro Martiniello per aver commesso un atto di violenza verso il portiere Ciccioli, ancor più grave poiché nell'espletamento delle sue funzioni l'arbitro è da considerarsi un pubblico ufficiale. Ad oggi dal Comitato Regionale registriamo solo la squalifica di oltre due anni, inflitta da parte del Giudice Sportivo, a carico del portire Ciccioli e la conferma integrale di tutto ciò che è stato dichiarato dall'arbitro stesso nel referto. Salvo poi assistere, nel giro di poche ore, una rapida retromarcia con una “errata-corrige”, peggiore del primo comunicato.
A questo punto le ipotesi in campo sono due:
- Per motivi sconosciuti e oscuri i dirigenti di due società di calcio si sono accordati per rovinare la vita e la carriera ad un arbitro, dichiarando tutti il falso ai Carabinieri che hanno svolto le indagini, pertanto è stato Ciccioli a provocare il direttore di gara, cercando anche di colpirlo e, per avvalorare la sua tesi, procurandosi anche delle lesioni che all'Ospedale di Macerata hanno giudicato guaribili in 15 giorni.
- L'arbitro Martiniello ha commesso una “stupidaggine” piuttosto grave e resosi conto della situazione ha pensato bene di darsela a gambe senza attendere l'arrivo delle Forze dell'Ordine e, una volta a casa, ha compilato un referto palesemente impreciso e subito smentito dal Comando Carabinieri di Macerata, tanto che il Giudice Sportivo è dovuto intervenire per correggere delle discrepanze sostanziali e non certo formali.
La decisione del Questore non lascia spazio a dubbi o incertezze di sorta, e la pena comminata, la prima di questo genere in Italia, non è certo leggera, specialmente per chi è da sempre inserito nel mondo dello sport e nel calcio in particolare. La curiosità però adesso è anche un'altra: visto che secondo il Giudice Sportivo il colpevole è Ciccioli, al quale sono stati inflitti oltre due anni di squalifica, si continuerà sulla stessa linea, mantenendo a tutti i costi l'opinione primaria? Si potrebbe arrivare all'assurdo di un tesserato che è colpevole per la Giustizia Ordinaria e innocente per quella Sportiva, un caso di scuola che farebbe sbizzarrire tutti gli appassionati della materia.
Al di la di come finirà la vicenda resta il comportamento inspiegabile del Giudice Sportivo che, a seguito del clamore mediatico scatenatosi dopo il fatto, avrebbe fatto probabilmente bene ad alzare il telefono e chiamare i Carabinieri di Macerata, senza prendere per oro colato quanto scritto sul referto dall'arbitro. Salvo poi fare una rapida mezza retromarcia, all'uscita del nostro articolo nel quale si affermava con assoluta certezza che l'arbitro fosse uscito dall'impianto di gioco senza essere accompagnato dai Carabinieri che, come abbiamo già detto non c'erano ancora. Ancor più grave però è da considerarsi il comportamento del presidente Cellini che, probabilmente per non scontentare nessuno, si guarda bene dal prendere posizione e far sentire la sua voce. Forse vorrà difendere anche l'onorabilità di un tesserato, ma ci chiediamo, non sono ugualmente tesserati anche i giocatori ed i dirigenti del Borgo Mogliano e del Montottone Grottese che hanno assistito all'increscioso episodio ed hanno testimoniato ai Carabinieri? Anche la loro onorabilità va difesa e tutelata a nostro parere. Oppure esistono tesserati di Serie A e tesserati di Serie B?
Sappiamo perfettamente che in ambito dilettantistico tutto ciò che è dichiarato dall'arbitro è da considerarsi veritiero (non potrebbe essere altrimenti), se si vuol andare avanti con i campionati. Ma quando, come in questo caso, emergono delle vicende poco chiare o che si prestano alle più svariate interpretazioni, non sarebbe meglio intervenire subito, anche drasticamente, al fine di evitare un succedersi di voci incontrollate e mezze verità che fanno solo male al movimento calcistico regionale? Non si chiedono giudizi sommari, ma chi ha sbagliato è giusto che paghi. Tutti nella vita possiamo commettere degli errori, più o meno gravi, ed in prima battuta il primo gesto da fare deve essere quello di chiedere scusa. Sarebbe già un bel passo avanti verso tutte quelle migliaia di persone che, a vario titolo, dedicano una parte importante della loro vita a questo sport. Nessuno di loro si sognerebbe mai di trovarsi invischiato in episodi del genere, e mai oserebbe mettere in dubbio la parola dell'arbitro o il suo referto post-gara. Va però ricordato che siamo invecchiati seguendo il calcio locale e l'esperienza purtroppo ci porta ad essere pessimisti, non vorremmo che tra qualche tempo e con tutta la calma del modo, tutto sfumasse come se non fosse mai accaduto nulla. A tal proposito ci permettiamo di chiudere citando il famoso film “Il Marchese del Grillo”, nel quale davanti ad una palese ingiustizia, il protagonista pronunciava la famosa battuta”...perchè è così? Perchè io so' io e voi non siete un c...!”.