P.d'Ascoli, Massi: "Prima squadra e vivaio, aspettiamo le direttive"
«Penso che il campionato sia ormai chiuso». È l'opinione del presidente del Porto d'Ascoli Vittorio Massi (foto) che sull'eventuale esito aggiunge: «Spero che riparta da dove è finito, oppure che venga annullato». «I giocatori scalpitano che vogliono entrare al campo per allenarsi, ma ovviamente al momento non è possibile» prosegue il presidente tirando poi una linea sul punto in cui ci si è fermati con i biancocelesti al quarto posto: «Il campionato del Porto d'Ascoli era arrivato ad una bella situazione: avevamo superato tutte le storie che avevamo avuto in società, avevamo creato un bel gruppo, uno spogliatoio compatto con l'allenatore Donatello Zappalà. Stavamo bene e ci preparavamo al rush finale per dare fastidio, perché ancora non era stato deciso nulla ed eravamo tutte lì. Ce la potevamo giocare, ma purtroppo è arrivata l'emergenza che ci ha tolto la parte più avvincente della stagione. Adesso aspettiamo le decisioni della Federazione con la speranza che non ci siano stravolgimenti».
Per il Porto d'Ascoli non c'è solo il campionato di Eccellenza ma «abbiamo un settore giovanile che parte dai più piccoli della scuola calcio (vedo i bambini in questi giorni scalpitano fuori dal cancello con il pallone in mano), passa per la squadra femminile e ha nella prima squadra la punta della piramide». Una famiglia che raccoglie tante persone: «Tutti sono preoccupati aggiunge Massi - e mi chiedono del futuro, io rispondo che abbiamo una situazione bellissima: adesso ci daranno le direttive per come fare gli allenamenti. Qualcosa dovranno dirci anche perché abbiamo la collaborazione con la Samb e dobbiamo organizzare la struttura, sul come fare le sanificazioni per rispettare l'accordo con la massima squadra della città e farci trovare pronti». Il calcio dilettantistico avrà diversi problemi. «Ci saranno più difficoltà a ripartire ammette il leader societario -. Credo che adesso per le sponsorizzazioni faranno qualche credito d'imposta. Qualche aiuto dalla Federazione ci dovrebbe stare, non pagare le iscrizioni sarebbe buono. Anche dai Comuni dovrebbe essere considerata l'attività sportiva che ha una scuola calcio, che raccoglie parecchie famiglie che non vanno lasciate in mezzo alla strada. Va considerato l'aspetto sociale».
(FONTE: CORRIERE ADRIATICO)