LA LETTERA. Claudio Pierantozzi: "Il talento non basta, serve altro"
Da giovane promessa ad allenatore delle giovanili. Il percorso dell’ex Ascoli, ora tecnico alla Piceno Football Team. Una lettera aperta per raccontare il suo calcio di ieri e di oggi.
“Parlando di calcio...... e di calciatori....... Spesso ci capita di sentire "quello era era un fenomeno ".... purtroppo non aveva la testa. Tra questi eccomi qua ci sono io: Claudio Pierantozzi. Sono cresciuto nel settore giovanile dell'Audax Pagliare per poi passare alla cat. Allievi dell'Ascoli Calcio. Trafila questa poi terminata con il mio esordio in prima squadra. A seguire con 200 presenze tra serie B e C. Il talento però seppur alto non mi è bastato. Continuo il mio excursus calcistico in categorie minori vedi la C2 e la D. Oggi? Oggi mi sono buttato anima e corpo ad insegnare calcio cooperano con un buon team di Allenatori. Abbiamo creato una scuola calcio, la Piceno Football Team grazie anche al supporto di chi come me ama dare un contributo alla causa: la famiglia Traini a cui va i miei più sentiti ringraziamenti. L'idea mi è nata dopo aver organizzato un campus estivo che oggi ripercorreremo ancora aiutando quelle famiglie che causa Covid 19 hanno problemi di lasciare i loro piccoli a chi abbia la capacità di farli divertire e di relazionarsi con altri coetanei dopo questo burrascoso periodo. Non abbiamo formule magiche se non quelle di portare loro la nostra incommensurabile passione e giusta professionalità conseguita sui campi di calcio. L'obbiettivo comune è e resta sempre quello di far crescere loro i principi di un sano sviluppo psico fisico. Da qui un futuro buon atleta , un uomo, il cui credo sarà domani quello di conoscere a fondo se stesso , i suoi limiti, pur sapendo che nulla si ottiene se non con sudore e sacrificio. Nulla verrà regalato. Il campione? Trovarlo sarà una fortuna immensa! Ma questa è un'altra storia. C'è chi nasce già con doti naturali eccelse chi invece crea con tanto sacrificio il suo status di atleta, poi magari professionistico a seguito di un duraturo lavoro. Non siamo alla ricerca spasmodica del risultato del campo ma stiamo ben attenti che i ragazzi imparino i principi di lealtà, di educazione sportiva, del rispetto dell'avversario. I risultati poi verranno da soli. È la giusta conseguenza del lavoro sul campo come quello mentale che porterà poi suoi frutti! Come vedete nel tempo ho anch'io imparato che il talento non poteva bastare. Buon lavoro a tutti voi, in special modo a chi mette tutta quella passione necessaria per far sì che crescano futuri uomini e non solo nel mondo del calcio. Cosa aspettate?? Siamo già in campo”.
Claudio Pierantozzi