Angelo Cetera: "Sangiorgese, identità e passione per fare bene"
Ha sposato il progetto del presidente Zega: "Un forte spirito identitario e la voglia di lanciare gente del posto. C'è grande entusiasmo: serve la voglia di sudare per quella maglia ormai centenaria"
PORTO SAN GIORGIO. La Sangiorgese (Prima categoria) si affida al tecnico Angelo Cetera (foto). Classe 1980, vanta esperienza sulle panchine di Villa Musone, Trodica, Potenza Picena e per alcune stagioni come vice di Osvaldo Jaconi (Fermana, Civitanovese e Bassano), che ritroverà proprio al club nerazzurro in quanto responsabile del settore giovanile. E' proprio il tecnico a spiegare i motivi della scelta di sposare il nuovo corso neroazzurro.
Mister, hai accettato subito la chiamata di Zega?
“Chiaro, mi è capitata questa situazione e quando il presidente mi ha chiamato non potevo che essere felice di lavorare in una bellissima piazza. C’è un ambiente caldo, una tifoseria importante. Al campo si respira tanta voglia di fare bene e queste importantissime sensazioni che danno grande voglia di fare. L’ultimo anno con queste sensazioni probabilmente l’ho vissuto a Potenza Picena. La Sangoirgese tra due anni festeggia il centenario, non è roba da poco”.
Soprattutto con la voglia di valorizzare i “prodotti locali”.
“C’è un lavoro di valorizzazione dei giovani come raramente ho visto con l’obbligo di averli nel giro della prima squadra perché è importante respirare determinate situazioni. Se un settore giovanile non produce annualmente almeno 4 giocatori per la prima squadra in Prima categoria vuol dire che si sta sbagliando qualcosa, considerando anche il nostro bacino di utenza”.
Che campionato ti aspetti?
“Ho avuto modo di vedere anno scorso alcune gare nel girone C di Prima categoria ma è la prima volta che mi trovo a lavorare in questa categoria. In questo senso mi potrebbero aiutare i ragazzi, soprattutto gente come Gabaldi, Paniconi e Iuvalè che ringrazio per tutto quello che ci stanno mettendo in termini di impegno e amore per questa maglia. Ho letto in loro entusiasmo e la voglia di riportare la Sangiorgese dove merita”.
Dove vuole arrivare dunque questa Sangiorgese?
“L’obiettivo non è facile definirlo ora perché si rischia di essere ambiziosi o forse presentuosi. Ma dovremmo avere la maglia sudata in ogni gara perché questo impone un ambiente centenario. Oggi più che mai chi verrà qui dovrà avere il piacere di giocare per quella maglia. Non sappiamo quale sarà il risultato sportivo ma dal punto di vista emozionale e tecnico ognuno dovrà spendersi più di quello che potrà dare in campo”.
Per fare questo una connotazione fortemente locale quanto è importante?
“Se vado a vedere la mia esperienza c’era sempre una forte identità locale come avvenuto: penso alla Civitanovese o anche al Potenza Picena il primo anno in Promozione. Riuscire ad avere ragazzi del posto costruendo un’appartenenza e una voglia di giocare il fine settimana con quella maglia porta alla fine a sommare qualcosa di più anche al consueto entusiasmo. Allora raggiungi motivazioni ancora ulteriori che possono veramente farti fare il salto di qualità".