Tolentino, dal coma al campo: il ritorno di Paolo Tortelli
Il calciatore cremisi ricorda le conseguenze di quel periodo dopo l’incidente di gioco avvenuto a dicembre, la sua battaglia e tenacia ricordano quella che l’Italia sta combattendo con il Coronavirus
TOLENTINO. «Non mi sono mai arreso, anche se ci sono stati momenti difficili. Ma piano piano ho capito che avrei ripreso in mano la mia vita». Paolo Tortelli, calciatore del Tolentino, ricorda le conseguenze di quel periodo dopo l’incidente di gioco avvenuto a dicembre, la sua battaglia e tenacia ricordano quella che l’Italia sta combattendo con il Coronavirus. «Dopo quell’incidente sono stato otto giorni in coma farmacologico, poi – aggiunge – ne ho fatti altri tre in terapia intensiva e infine sono stato trasferito in reparto: in tutto sono stato ricoverato per due settimane all’ospedale di Fermo».
Cosa ha riportato in quell’incidente di gioco? «Ho preso una testata alla tempia: ho riportato tre fratture a livello cranico e un piccolo versamento».
Cosa temeva in quei momenti difficili che ogni tanto l’assalivano? «Di non riuscire a tornare quello di prima, che quell’incidente mi avrebbe lasciato delle conseguenze. Però non mi sono mai arreso: ho subito fatto qualche esercizio, poi qualche camminata, una corsetta. Ecco, tutto questo mi dava sempre più sicurezza».
Adesso come va? «Venerdì avrò la visita dal neurologo il quale, se tutto andrà come spero, mi darà la riabilitazione. Nel frattempo sono stato visitato due volte al mese e gradualmente i dottori mi hanno diminuito i medicinali».
Ha ripreso ad allenarsi? «Sì, a gennaio ho iniziato a correre un po’ da solo e quando la situazione è andata migliorando ho potuto lavorare in gruppo indossando un caschetto. Tutto è andato come nei programmi».
Ha fatto anche qualche partita assieme ai compagni di squadra? «Sì, senza problemi. Aspetto la visita di venerdì perché se avrò l’ok del medico sarei potuto essere convocato per la partita di domenica, ma adesso è tutto fermo per questa emergenza».
Si ricorda cosa ha provato quando ha rimesso piede nello spogliatoio? «Una gioia immensa ritrovare i compagni, parlare e scherzare con loro: era come se avessimo vinto una partita 4-0 e io avessi segnato quattro reti».
Adesso l’Italia è nel tunnel, crede che ne usciremo? «Sì, ne sono sicuro. Ma dipende da noi, dal fatto di rispettare le regole che ci sono state date per contrastare il contagio».
Cosa ha provato quando ha ripreso la vita di sempre dopo l’incidente? «Si vede tutto con un occhio diverso perché ci si è resi conto che basta un niente perché possa cambiare ogni cosa, e allora non dai più nulla per scontato, apprezzi ogni cosa, ogni rapporto, ogni persona».
Al tempo del coronavirus come trascorre le giornate? «Sto a casa, come tutti. Per fortuna faccio l’università, sono iscritto a Economia aziendale e investo questo tempo seguendo le lezioni online. Mi trovo molto bene perché riesco a seguire tutto, poi sto a casa assieme a Matteo (Minnozzi) e vediamo anche la televisione».
(FONTE: Il Resto del Carlino)