Paolino Giampaoli: "Ho vinto la partita contro il Covid-19"
Il "primo caso" di Ancona ce l’ha fatta. E il "primo caso" era Paolino Giampaoli, super tifoso dell'Ancona e personaggio amato da tutti, che sui social racconta la “cronaca” della sua partita vinta contro il Covid-19:
“Grazie a Dio, ai medici e a tutto il personale sanitario, anche stavolta sono qui a raccontarla.
Onestamente questo 2020 per me non è iniziato nel migliore dei modi. Il 1° gennaio ero già ricoverato da due giorni per una crisi epilettica e speriamo che questa volta il detto si sbagli.... Provo a raccontarmi la mia odissea di 23 giorni con Covid 19:
Venerdì 28 febbraio non mi sento bene respiro male e chiamo il 118. Subito si pensa al Coronavirus. Al Pronto Soccorso nel frattempo sale un po’ di febbre, passo la notte nella sala n° 4. La mattina mi svegliano di soprassalto e mi ritrovo una cosa in gola e poi sul naso, mi spiegano che è il tampone. Mi dicono che la risposta arriverà verso le ore 12. Alle ore 20 l'ardua sentenza: positivo al Coronavirus. Alle ore 22 dal box del P.S. mi trasferisco a Malattie infettive dov’è vengo accolto dalla Dott.ssa Riva e dall’infermiera Consuelo che cercano subito di tranquillizzarmi dicendomi che non era cosi grave e si sono prese subito cura di me.
Pertanto il primo caso di Coronavirus ad Ancona sarei stato io. Non si capisce bene come, nè perche visto che dovrebbe esserci la famosa privacy ma la notizia si divulga fino ad arrivare alla stampa.
Il mio collega e amico Stefano Rispoli (non ho nessun rancore nei suoi confronti) mi chiama per sapere (anche da amico se ero io o no). Gli confermo di si ma gli chiedo di non far uscire il nome anche se poi forse da ciò che è stato scritto si poteva intuire. Una cosa però la vorrei precisare intanto che io dopo la famosa riunione del 16 febbraio a Riccione (e non è detto che sia li che lo abbia preso visto che di 30 solo io) non sono più uscito di casa e pertanto non c’era nessun timore per chi mi aveva frequentato così come hanno scritto nei sottotitolo.
Visto che dal giornale si poteva capire o no chi era ci sono stati tanti che non si sa come hanno saputo che ero io hanno subito sparso la voce. Per non parlare dei tanti messaggi tra ragazzi che giravano sui gruppi wathapp e che conservo per darli poi al mio legale Amico e Avvocato Alessandro Scaloni che attraverso la Polizia Postale farà delle sue indagini. Messaggi pesanti non solo contro di me, ma anche contro la mia famiglia con tanto di nomi e cognome con numeri e i miei amici. Molta gente è stata davvero cattiva e pesante tra loro gente che credevo amica. Per fortuna ho gli screenshot degli Amici veri che me li giravano.
Per fortuna ho avuto tanti amici che mi hanno sempre sostenuto dal primo giorno insieme alla mia famiglia da i miei zii Stefano Rosciani, Remo e Madera (poi purtroppo deceduta per Covid) ma che fino alla sera prima mi chiamava. Mio fratello Iman (con sua mamma Naazbi) mia cognata Silvia e la sua famiglia. Non potevo vedere nessuno, il mio unico mezzo di tramite era il cellulare". E Paolino elenca gli amici di sempre che gli sono stati al fianco. Ne sono un'infinità, e tra questi non potevano mancare dorici nel dna come Massimo Gadda e Salvatore Mastronunzio. Forza Paolino!