Dilettanti in crisi? Lucarelli ammette che i pro vivono sulla Luna
Le dichiarazioni dell'ex bomber ed attuale allenatore della Ternana la dicono lunga sullo scollamento tra un super professionismo milionario ed una realtà molto diversa per tutte le altre componenti del pianeta calcio
E’ certamente un’ovvietà ma siamo tutti ben consapevoli che il calcio dilettantistico è in crisi profonda. Il Covid-19 ha finito per dare il colpo di grazia ad un movimento già in grossa difficoltà, sia a livello economico che organizzativo. Da quasi un anno ormai la stragrande maggioranza delle squadre non affrontano gare ufficiali (Prima, Seconda, Terza categoria, giovanili, ecc...) e chissà quanto si dovrà aspettare ancora per tornare alla normalità.
Anche in una contingenza difficile come questa, non cessa purtroppo nel nostro paese la strana voglia di generalizzare. In Italia quando si parla di calcio lo si fa sempre in maniera superficiale, con banalità e luoghi comuni che creano solo danni a tutto il sistema. E’ triste da ammettere, ma per la maggioranza dei nostri connazionali il calcio è solo quello professionistico, milioni di euro, trasferimenti a cifre assurde, ville da sogno, veline affamate di pubblicità e via di questo passo. Quattro arbitri, Var, e gol-line tecnology, discussioni sui centimetri del fuorigioco e presunti errori arbitrali. Che ne sanno queste persone (purtroppo la maggioranza), che dopo la Promozione l’arbitro è da solo e non ci sono nemmeno gli assistenti. Tecnologia neanche a parlarne, impianti spesso obsoleti e con norme igieniche da terzo mondo. Campi di gioco che nella maggior parte dei casi, specie in inverno, rischiano continuamente l’impraticabilità. Soldi pochi, a volte nemmeno quelli promessi, tanta passione e voglia comunque di andare avanti, superando difficoltà, intoppi, tamponi, regole e soprattutto correndo dei grossi rischi a livello personale. Non parliamo solo di calciatori, ma anche di dirigenti e di giovani arbitri desiderosi di portare avanti la loro passione.
In tutto questo discorso si inserisce una dichiarazione rilasciata al Corriere dello Sport, che forse molti di voi hanno già visto su Facebook, di Cristiano Lucarelli (foto). L’ex bomber di Livorno, Napoli, Atalanta, Valencia, Torino ed anche con diverse presenze nella Nazionale azzurra, negli ultimi giorni ha scoperto qualcosa che noi sappiamo da sempre. Pur essendo per tradizione, provenienza e cultura, piuttosto attento alle situazioni difficili, solo da poco tempo sembra essere sceso sul pianeta Terra. L’amara constatazione che possiamo fare è solo una, se lui che viene dalla Livorno operaia si accorge solo ora della situazione del calcio minore, figuriamoci come stanno messi gli arci-pluri-miliardari delle squadre metropolitane o addirittura gli assi stranieri della Serie A. A loro un caloroso saluto di benvenuto sul pianeta Calcio Dilettanti, augurando a tutti che l’epoca delle vacche grasse possa non finire mai, altrimenti se dovessero davvero fare i conti con la realtà non sappiamo proprio dove andrebbero a sbattere la testa.
Di seguito le parole di Cristiano Lucarelli.
"Da poco ho scoperto che i ragazzi che vengono ad arbitrarci in Serie C prendono 120 euro a partita. Se va bene e ne fanno quattro in un mese, racimolano meno di 500 euro. Sono ragazzi che lavorano, a volte costretti per questo a fare sacrifici e a saltare gli allenamenti. Ecco, da quel momento il mio atteggiamento verso gli arbitri è cambiato radicalmente. Adesso ho un ben altro rispetto. Quando ero giocatore ci mettevo la faccia, ero il riferimento dei compagni, era compito mio dire due cose pure all'arbitro se occorreva. Ma quelli erano arbitri al top, professionisti diciamo. Ora vedo questi ragazzi e capisco che il loro mondo è diverso".