Mangiola: "Sono una persona responsabile e mi fermo"
Il post su Facebook del calciatore attualmente in forza alla USA Santa Caterina
Pubblichiamo una riflessione molto interessante postata sulla sua pagina Facebook da Simone Mangiola (foto). Il pensiero di un ragazzo innamorato del gioco del calcio, che sta vivendo con apprensione questo momento di grande confusione.
“Sono settimane che si parla del calcio dilettantistico e del suo inizio. Da persona responsabile quale sono mi fermo, non ha senso continuare in questa situazione. C'è una confusione totale , stipulano un protocollo ma quel protocollo non verrà mai applicato dalle ASL. Oltre al fatto che posso creare dei problemi a casa mia, una domanda mi sono posto: tutti potrebbero essere dei possibili contagiati, anche io, allora mi chiedo perché mi devo prendere la responsabilità di poter creare dei problemi di salute ai miei familiari e lavorativi ai miei compagni di squadra?
Parla una persona come me che forse dovrebbe essere l'ultima a lamentarsi, visto che non lavoro perché sto concludendo gli studi.
Sento persone lamentarsi per la situazione, senza però prendere una posizione. Sono gli eventuali rimborsi che le società vi danno a bloccarvi? Sono uno di quelli che lo prende, ma sinceramente non me ne frega proprio nulla dei soldi, davanti a questa situazione. Non ho mai giocato per quelli. Ci si lamenta ma si continua. Così funziona. Io una posizione l'ho presa. Adesso pongo un paio domande al presidente Paolo Cellini.
Signor Presidente ma ad oggi il gioco vale la candela? Perché si fa finta di nulla vedendo peggiorare la situazione in ambito nazionale, con l'aumento di casi giorno per giorno? C'è qualcosa dietro al voler giocare a tutti i costi?
Per non parlare poi di ciò che vediamo nel calcio professionistico come la Serie A, di casi ne escono giorno dopo giorno, creando grossi problemi per il proseguimento della stagione. Pensate che non succederà nei campionati dilettantistici dopo il loro avvio? E come ci si comporterà? Boh chi lo sa, non si sa nulla. Forse bisognerebbe dire "chi vivrà vedrà".
Simone Mangiola