Santoni: "Ok allo stop ma prima dell'Eccellenza penserei ai giovani"
L'allenatore del Potenza Picena non condivide la volontà di far ripartire ad ogni costo il massimo torneo regionale. A suo avviso sarebbe stato meglio investire nei Settori Giovanili, tutti in grosse difficoltà
POTENZA PICENA. Il probabile stop definitivo ai campionati di Promozione e di Prima categoria, investe numerose realtà della nostra regione. Tra queste spicca senza alcun dubbio la città di Potenza Picena, nella quale la passione per i colori giallorossi coinvolge un numero enorme di appassionati, tutti in attesa di capire come evolverà la situazione. Insieme a mister Giuseppe Santoni (foto), abbiamo provato ad esaminare il problema che certo non è di facile soluzione.
“Personalmente potrei essere d'accordo su un eventuale stop dei campionati di Promozione, Prima, Seconda e Terza categoria. Non capisco però tutta questo affannarsi nei confronti dell’Eccellenza che sembra debba ripartire per forza. Dicono che è legata alla Serie D e che la decisione dipende dai vertici a Roma. Posso capire, ma non condivido la disparità di trattamento nei confronti delle altre categorie. Sinceramente avrei speso tutte le energie possibili per tentare di salvare i Settori Giovanili, che a mio avviso sono molto più importanti dell’Eccellenza. Faccio notare che probabilmente stiamo perdendo una intera generazione di giovani calciatori, e nei prossimi anni ne pagheremo le conseguenze. Credo che su di loro vadano fatti gli investimenti più importanti".
"Per quanto ci riguarda direttamente - continua mister Santoni - è evidente che i ragazzi non vedono l’ora di ricominciare e li capisco, sono giovani ed hanno entusiasmo. Sinceramente anche a me piacerebbe ripartire, ma sono disposto a farlo solo nella massima sicurezza. Se dobbiamo passare due mesi come quelli a cavallo tra agosto ed ottobre, pieni di timori, di interruzioni dell’attività e di preoccupazione per la salute dei calciatori, allora meglio rimandare il tutto a tempi migliori. Non solo per noi ma per tutto il movimento regionale, senza dimenticare che la cosa più importante che abbiamo è la salute. Per quanto possiamo essere innamorati del calcio, dobbiamo renderci conto restarne senza per due o tre mesi, o addirittura un anno, non cambierà le nostre vite".
"Con tutti i problemi che ci sono in giro - ribadisce il tecnico - capisco benissimo le perplessità dei presidenti sulla ripartenza. D’altra parte basta guardare ciò che accade in Serie D, la massima categoria dei dilettanti e quarta serie nazionale. Sono ripartiti ma stanno andando avanti tra mille difficoltà, sia riguardo al Covid-19 che al calendario. Hanno accumulato una serie infinita di gare non disputate che non si sa neanche quando potranno essere recuperate. Alla fine avremo una stagione sicuramente non veritera dei valori in campo e ripartiremo con le polemiche. La considerazione finale è semplice: se è difficile per loro che ce la stanno mettendo tutta...figuriamoci per noi!”