Luciano Bonvecchi: "La mia vittoria più bella: LA VITA!"
CHIESANUOVA. In questa giornata di Pasqua tanto diversa da quelle che abbiamo vissuto in passato, vogliamo dedicare un pensiero a tutte quelle persone che stanno lottando la loro battaglia contro una malattia subdola e terribile come il Covid-19. Una malattia che purtroppo continua ad imperversare ed a fare vittime, i suoi effetti hanno sconvolto anche il mondo dello sport che sta attraversando una stagione assolutamente anomala. In questo giorno di resurrezione e di speranza ci fa enormemente piacere salutare Luciano Bonvecchi (foto) presidente del Chiesanuova Calcio, dimesso ieri dal Covid Center di Civitanova Marche, dopo aver lottato e vinto contro un avversario dotato di forza devastante.
Prima di tutto Luciano, dimmi del tuo stato di salute.
“E’ stata una battaglia durissima nella quale sono stato più volte sul punto di soccombere. Molti pazienti accanto a me purtroppo non ce l’hanno fatta, io probabilmente ho avuto la forza di lottare anche nei momenti più disperati. L’istinto di conservazione, la fede, l’attaccamento alla famiglia, sono stati fondamentali per andare avanti. Sono arrivato ad un passo dalla fine prima di trovare dentro di me quelle forze che non sapevo di avere e che mi hanno permesso di ribaltare la situazione”.
Questo Covid è davvero qualcosa di strano e difficile da comprendere, tu che lo hai vissuto cosa puoi dirci?
“E’ difficile da raccontare, sembra impossibile. Non puoi credere che nel giro di poche ore la tua vita possa cambiare in maniera così radicale. Ho visto scorrere davanti ai miei occhi tutta la vita, sinceramente non so come ho fatto a venirne fuori. Quello che mi sento di dire a coloro che sono ora in battaglia, perché di questo si tratta, è di non mollare, di non cedere, di guardare avanti ed avere una speranza. C’è da lottare prima con l’aspetto fisico, dal quale io sono fortunatamente uscito, anche se fortemente debilitato, ma poi bisognerà fare i conti con l’aspetto psicologico, e da questo punto di vista ci vorrà più tempo, ma non sono ancora stanco di lottare”.
In questo periodo nell’ambiente si è parlato molto della tua malattia. A te sono arrivati gli echi di quanto stava accadendo?
“E’ stato qualcosa di incredibile. Approfitto della tua telefonata per esprimere a tutte le persone che a vario modo mi hanno fatto arrivare il loro sostegno, i sensi di tutta la mia gratitudine. Ogni singolo messaggio è stato per me fonte di nuova forza e rinnovato entusiasmo. Mi sono commosso nel vedere che un numero immenso di persone, legate sia al mondo del calcio che alla mia attività professionale, mi hanno dedicato un pensiero e si sono informati sul mio stato di salute. Voglio ringraziarli tutti pubblicamente, i loro attestati di stima, le loro preghiere, la loro vicinanza, sono stati determinanti per permettermi di uscire dal tunnel”.
In quei lunghi giorni avrai ripensato anche al mondo del calcio che ti ha visto spesso protagonista, quali sono state le tue riflessioni?
“In quel momento difficile ho capito quanto fosse importante la vita umana ed ho apprezzato ancora di più la decisione di non disputare la stagione agonistica. La scelta di fermarsi è stata la più appropriata. Nel corso della nostra esistenza, in fondo, sei mesi senza calcio non sono nulla, ma ci permettono di salvare la vita di tante persone. Nei momenti difficili, quando la disperazione si impadroniva di me, il calcio giocato diventava secondario e non nego di aver pensato di abbandonare tutto. Una volta tornato a contatto con la realtà, mi sono reso conto dell’affetto e della solidarietà di cui ero circondato, tutto ciò mi ha ridato la voglia per andare avanti. Mi sono tornate la volontà e la passione che hanno sempre caratterizzato la mia vita e che nel prossimo futuro, compatibilmente con il mio stato di salute, voglio continuare a condividerle con tutti coloro che amano questo sport”.