Roberto Mancini, uno jesino che guida un’Italia da record
Notti magiche. Diventa veramente difficile definire in altre modo delle serate che sono passate alla storia e che rimarranno nei ricordi di tutti noi sicuramente per tutta la vita. L’Italia torna da Wembley con un titolo europeo in tasca che ripaga di qualche anno di troppo di delusioni, come ad esempio quella della mancata qualificazione ai Mondiali nel 2018.
Un gruppo fenomenale, che ha saputo compattarsi di fronte alle difficoltà e alle critiche, che ha saputo seguire alla grande i dettami di Roberto Mancini. Per il tecnico jesino è una sorta di dolce vendetta, dopo la sconfitta in Champions League con la Sampdoria da giocatore, proprio sul campo di Wembley.
I record della gestione-Mancini
Ebbene, su Minuti di recupero, vengono messi in evidenza proprio tutti i vari primati che sono stati stabiliti da parte dell’Italia guidata in panchina dal tecnico marchigiano. Record che spiegano alla perfezione come gli azzurri siano stati in grado di confezionare quella che si può definire come un’impresa a tutti gli effetti, mettendo in bacheca il secondo Campionato Europeo della sua storia.
Erano la bellezza di 53 anni che l’Italia non alzava al cielo un simile trofeo. Come dicevamo in precedenza, è stata fondamentale la presenza di Roberto Mancini nell’opera di ricostruzione, che ha preso il via tre anni fa. I risultati si sono già visti da diverso tempo, ma questa vittoria testimonia alla grande la bontà del lavoro che è stato svolto.
Dai 33 risultati utili di fila alla media punti da record
Non c’è solo la conquista dell’Europeo, ma anche i tanti primati che sono stati centrati. Ad esempio, quello relativo ai 33 risultati utili consecutivi, che si suddividono in 27 vittorie e 6 pareggi. Si tratta di un nuovo primato per l’Italia calcistica. Con la vittoria sull’Austria nel corso degli ottavi di finale, ad esempio, gli azzurri hanno superato il record precedente, che era pari a 30 partite senza sconfitte. Un primato che era stato stabilito tantissimo tempo fa, nel periodo tra il 1935 e il 1939 da parte della Nazionale guidata dal commissario tecnico che è passato alla storia come Vittorio Pozzo.
Certo, sono numerose le differenze in confronto a quel periodo. L’Italia di fine anni Trenta, infatti, aveva già vinto due campionati del mondo, ma giocava anche in un periodo in cui il quantitativo di gare era senz’altro inferiore rispetto ai nostri tempi. Senza contare come, poi, anche la guerra diventò un fattore importante che poteva scompigliare le carte.
Dal 1939 ad oggi, però, neanche un’altra selezione azzurra era stata in grado di raggiungere questo particolare primato. L’Italia di Roberto Mancini, al giorno d’oggi, sembra veramente impossibile da battere. L’ultima sconfitta risale addirittura al 10 settembre 2018, giorno in cui venne sconfitta per mano del Portogallo nel torneo della Nations League.
Dal momento in cui Mancini è subentrato sulla panchina azzurra al posto di Ventura, ecco che l’Italia ha collezionato numeri veramente impressionanti, puntando tanto sui giovani e su un ciclo completamente rivoluzionato anche per quanto riguarda il gioco espresso in campo, finalmente spumeggiante e all’attacco.
Nell’esperienza azzurra del tecnico jesino, l’Italia ha accumulato ben 28 vittorie, di cui tredici in modo consecutivo, 9 pareggi e due sole sconfitte. La prima contro il Portogallo di cui abbiamo parlato in Nations League, l’altra il primo giugno di tre anni fa contro la Francia di Didier Deschamps.
Grazie a questi numeri, Mancini è ottavo nella classifica degli allenatori azzurri più vincenti di tutti i tempi. La media punti, però, lo colloca ancora più in alto in questa particolare graduatoria, con ben 2,38 punti a partita, grazie ai 93 punti ottenuti in 39 gare. Una media punti che supera quella ottenuta da Sacchi (2,13) e Pozzo (2,18).