Discussi i piani strategici per le aree di crisi interna
L'assessore regionale Guido Castelli fa il punto sulle attività del Tavolo tecnico delle politiche del lavoro
Si è tenuta nei giorni scorsi una seduta del Tavolo Tecnico permanente per le politiche attive del lavoro nell’area di crisi industriale complessa del Piceno, sede di monitoraggio e confronto sulle strategie e sulle misure di riqualificazione, rilancio e riconversione industriale dell’area di crisi riconosciuta dal Mise nel 2016. Il tavolo, coordinato dalla Struttura regionale competente per le politiche attive del lavoro e per le aree di crisi produttiva e occupazionale, vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria a livello territoriale. Fra gli argomenti discussi la definizione dell’offerta formativa regionale rivolta alle imprese delle aree di crisi della Valle del Tronto Piceno e del distretto delle pelli-calzature fermano maceratese. A disposizione 600.000 euro di fondi Fse, equamente ripartiti tra le due aree di crisi industriale complessa, per attività di formazione continua rivolte a soggetti già occupati, con l’obiettivo di riqualificare, nel segno dell’innovazione, le professionalità inserite in azienda.
“Due gli aspetti significativi di questo intervento – ha detto in apertura l’assessore al Bilancio e aree di crisi, Guido Castelli - da un lato la semplificazione procedurale grazie al meccanismo del Just in time, dall’altro quella della massima flessibilità e adattabilità delle attività formative alle esigenze aziendali, visto che possono presentare domanda di contributo non solo gli enti di formazione, ma anche le imprese per proposte progettuali relative ai propri dipendenti. Purtroppo dobbiamo ancora una volta registrare un ritardo immotivato nella firma dell’atto integrativo che ci impedisce di mettere in circolo sul territorio risorse non utilizzate, ma di cui va garantita la destinazione geografica. Manca a tutt’oggi la delibera della Regione Abruzzo analoga a quella che le Marche hanno assunto prima della scadenza dell’Accordo originario, manca la segnalazione dell’interesse del Ministero della Transizione ecologica a firmare l’atto di proroga e rimodulazione, subentrando negli impegni assunti a suo tempo dal Ministero dell’Ambiente per gli interventi infrastrutturali di parte abruzzese. L’incontro ha rappresentato un’ottima opportunità di confronto sui temi che sono cari a questo territorio e che possono essere affrontati fin da subito con le risorse che stiamo svincolando, ma anche con le strategie dei nuovi Por: dall’esigenza di incoraggiare nei giovani fin dai banchi di scuola una vera cultura dell’imprenditorialità, all’opportunità di creare percorsi di politiche attive integrate scuola-formazione-lavoro per raggiungere l’obiettivo dell’occupazione dopo esperienze di borse e tirocini, alla necessità di rendere le politiche attive complementari rispetto agli investimenti produttivi e in innovazione delle aziende”