LA STORIA. "Ho affrontato il tumore di petto. Presto tornerò in campo"
Federico Giaccaglia, 23enne centrocampista del Potenza Picena, sta giocando la partita più importante della sua vita: "L'operazione è andata bene. Un grazie alla mia famiglia e ai compagni di squadra"
"Purtroppo dopo dei controlli mi hanno diagnosticato un tumore alla lingua, lo sto combattendo proprio ora. L’operazione è andata bene, i progressi vanno ottimamente, già lo scorso lunedì mattina, a sette giorni dall’operazione, abbiamo iniziato il percorso di riabilitazione che di solito si inizia a 10/12 giorni dall’operazione, quindi direi benone. In teoria tra altre due settimane potrò essere dimesso".
Inizia così il racconto di Federico Giaccaglia, calciatore recanatese classe 1998. Le sue parole raccolte via chat dal Resto del Carlino da un letto del Sant'Orsola di Bologna (il ragazzo ancora non riesce a parlare) sono una testimonianza di forza e coraggio. Per Giaccaglia ora c’è un’altra partita da giocare, una partita che non si disputa su un rettangolo di gioco, come le tante disputate con la maglia della Recanatese, lo scorso anno della Maceratese e da quest’estate del Potenza Picena.
"Avevo una ferita nella lingua – il suo racconto – che in estate è peggiorata, con i controlli adeguati ho scoperto l’entità del male attorno a Ferragosto. E grazie alla famiglia l’ho preso di petto. Non sto giocando la partita più importante della mia vita, la sto aggredendo, come dentro al campo. Infatti dopo l’operazione, in cui tutto è andato bene, sono migliorato moltissimo nella settimana passata, sto chiedendo molto al mio fisico per tornare a stare al meglio il prima possibile, perché posso farlo. Ovviamente ringrazio i professionisti della sanità, tutta la famiglia del Potenza Picena che non ha smesso mai di essermi vicina, e naturalmente, la mia famiglia".
Giaccaglia sul ritorno in campo: "Non vedo l’ora. Tutto l’ambiente merita minimo un ringraziamento per il calore e l’affetto che mi stanno dimostrando in questo momento. Tutti, dirigenza, squadra, staff e tifoseria sono al mio fianco dal primo giorno. Questo per me è qualcosa di incredibile. Cosa mi sta insegnando questa esperienza? Tanto, il calcio non è tutto nella vita, ci sono dei tasti che non vanno mai toccati, la salute va sopra tutto. Ma anche qui, in questo momento, serve tanto sacrificio, pensare positivo e si torna meglio di prima".
(Fonte: Resto del Carlino)